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18/04/2025 ore 18.03
Politica

Reggio Calabria, Marino (Pd) promuove l’amministrazione Falcomatà e pensa al futuro: «Io sono disponibile»

Il capogruppo del Partito democratico a Palazzo San Giorgio analizza il momento politico tra nuova giunta, edifici inagibili, e progetti in cantiere, con un pensiero rivolto alla candidatura a sindaco: «Il centrosinistra si riunisca e stabilisca un percorso. Si alle Primarie di coalizione»

di Claudio Labate

Ospite della nuova puntata di “A tu per tu” (clicca qui per rivederla) è Giuseppe Marino capogruppo del Partito democratico, reduce da una settimana, e non è finita, scoppiettante, in cui sono successe tante cose, e forse l'unica cosa che non è successa è stata l'interpartitica chiesta dal Pd dopo il mini rimpasto di giunta operato dal sindaco Giuseppe Falcomatà.

«È stata una settimana impegnativa – risponde prontamente Marino - però per fortuna ci possiamo avvicinare a Pasqua con una relativa tranquillità e con una prospettiva anche di maggiore e rinnovato impegno per il futuro»

Ma questa interpartitica c'è stata o no, e soprattutto ci sarà?

«Non c'è stata, probabilmente slitterà dopo le festività pasquali. Non c'è in effetti un'urgenza a questo punto, ma sicuramente c'è la volontà da parte di tutti di confrontarsi e di rilanciare ancora di più l'attività sia amministrativa che politica».

Il sindaco, spiegando il perché delle sostituzioni in giunta, ha parlato di fase nuova e di aver sostanzialmente osservato quello che gli alleati e il Pd gli aveva chiesto, cioè consolidare e allargare… Lei ha avallato questa impostazione, chiedendo di guardare al mondo delle realtà civiche

«Intanto è bene precisare ancora una volta che si è trattato di un'iniziativa del sindaco sugli spazi di giunta che lo stesso sindaco si era riservato, diciamo sulle scelte tecniche fatte un anno fa. La scelta del sindaco è stata quella di rinunciare al contributo tecnico che gli assessori stavano fornendo per metterci un contenuto politico e quindi coinvolgere direttamente alcune forze politiche presenti in Consiglio comunale: mi riferisco al gruppo di Red e al gruppo di consiglieri comunali di Dp. È una scelta del sindaco, probabilmente anche funzionale a lanciare uno sprint in quelli che saranno gli ultimi 12 mesi di consiliatura. Il sindaco non ha toccato le posizioni delle altre forze politiche e non ha inteso coinvolgerci su queste scelte, questo sia chiaro. Sono state scelte del sindaco e il Partito Democratico ha anche voluto chiarirlo questo aspetto. Avrebbe fatto sicuramente bene un confronto preliminare con tutte le forze della maggioranza, ma siamo abituati a questi scatti in avanti di Falcomatà. Per fortuna devo dire che gli innesti in giunta sono innesti comunque positivi, perché si tratta di due nuovi assessori che conoscono già la macchina amministrativa. Una principalmente, la Palmenta, perché ha già fatto l'assessore quindi conosce bene le dinamiche, sa da dove iniziare subito a impegnarsi, l'altro è un consigliere comunale d’esperienza come Filippo Burrone che prende un settore come quello dell'ambiente sul quale serve probabilmente un'attenzione maggiore rispetto agli ultimi tempi, non perché Brunetti non fosse bravo, ma magari facendo anche il vicesindaco non riusciva a coprire bene questo aspetto. Burrone secondo me potrà dare un ottimo contributo. C'è ancora la possibilità di fare qualche altra scelta con la postazione che è rimasta libera in giunta. Abbiamo chiesto al sindaco di prendersi tutto il tempo necessario stavolta, magari di confrontarsi anche con le forze politiche che lo sostengono in maggioranza e magari provare anche in qualche modo a consolidare e allargare la maggioranza politica attualmente esistente a Palazzo San Giorgio, ma questo si può fare soltanto attraverso un confronto schietto sincero autentico fra le forze politiche che governano in questo momento la città».

Consumatosi il rapporto con Azione, un altro passaggio significativo del suo intervento in Consiglio comunale è stato quello di chiedere al sindaco di aprirsi anche alle realtà civiche, che non sono solo quelle presenti in aula…

«Sì devo dire che negli ultimi mesi in città abbiamo registrato la nascita di vari movimenti civici che vengono dall'esperienza del mondo associativo, dell'impegno sindacale, anche del mondo delle professioni e delle attività imprenditoriali. Secondo me queste esperienze sono un segnale positivo e di voglia di impegnarsi, voglia di fare la propria parte, e sono anche un campanello d'allarme per la politica perché il nascere di forze civiche probabilmente segna anche in parte l'incapacità dei partiti di svolgere a pieno il loro ruolo e di raccogliere le istanze e i bisogni che provengono dal territorio. Per questo chi fa politica deve stare molto attento e provare a dialogare con queste forze, e credo che questo sia il momento di farlo. Sempre mantenendo un perimetro valoriale molto chiaro e netto, frutto della conoscenza del territorio, della storia della città e dell'amministrazione comunale degli ultimi anni, e sono quelle le coordinate che abbiamo provato a dare anche in Consiglio comunale: noi vorremmo che la coalizione di centrosinistra si caratterizzasse per essere una forza rispettosa dell'ambiente in un'epoca di grandi cambiamenti climatici - e qui ci sta anche il tema del Ponte sullo stretto che il governo nazionale ci sta illudendo di voler fare e che noi invece riteniamo sia un'opera che non serve al nostro territorio, anzi che violenta il nostro territorio - le forze riformiste democratiche, le forze che si oppongono in maniera netta e senza se e senza ma alla ‘ndrangheta».

Nel nostro primo sondaggio sul candidato sindaco preferito dai cittadini, è risultato primo tallonato dalla senatrice Tilde Minasi. Le ha fatto piacere? Ormai del resto non è un mistero che ci sia anche un’ambizione da parte sua di provare a fare un gradino in più nella sua carriera politica

«Ma certamente, mi ha fatto piacere e mi avete sorpreso perché, è bene dirlo, non sapevamo nulla di questo sondaggio. Però questo sondaggio ha creato un po' di entusiasmo, la gente in quei giorni mi chiamava, mi fermava per strada, insomma molti mi invitavano a fare un passo avanti in questa direzione. Io credo che la scelta di un candidato sindaco debba essere una scelta collettiva, e quindi sicuramente Giuseppe Marino non sarà quel soggetto che si autocandiderà, o che si auto proporrà, alla sua coalizione. Quello che posso dire è che io sono a disposizione della coalizione di centrosinistra e quindi anche del Partito Democratico, che è il principale partito di questa coalizione, per fare un ragionamento, per discutere, per costruire insieme un programma, per provare a coinvolgere forze sane della città. Ecco su questo io non solo sono disponibile, ma sono pronto a spendermi al 100%, perché amo la mia città e perché ritengo che il percorso che è stato fatto in questi anni equivale ad una montagna che abbiamo scalato: di debiti, di cattiva amministrazione, di carenza di personale, di società in house che erano fallite o che erano infiltrate dalla ‘ndrangheta… noi abbiamo scalato una montagna, adesso che la città può essere governata al meglio dobbiamo costruire una proposta, abbiamo il dovere e la responsabilità di costruire una proposta politica che sia veramente all'altezza di questa sfida, e io diciamo chiedo alla coalizione di centrosinistra di riunirsi, di sedersi attorno a un tavolo e di elaborare un percorso. Chiaramente sono a disposizione di questa coalizione e del percorso che si deciderà di fare, con il ruolo e con le responsabilità che gli altri intenderanno offrirmi e propormi».

Marino qualcuno già in consiglio lunedì diceva che parla già da sindaco. A sinistra si annuncia il solito affollamento dovuto anche alle diverse estrazioni dei possibili candidati. Lei è da sempre favorevole alle Primarie…

«Si, assolutamente alle primarie di coalizione, che significa primarie a cui partecipano tutti i partiti e movimenti che si riconoscono attorno ad una carta di valori e attorno a dei punti programmatici essenziali, che firmano un accordo politico e che quindi intendono sostenere quel programma. Quindi non si tratta di firmare solo del Partito Democratico ma di primarie aperte. Mi fanno piacere chiaramente i complimenti, il fatto che si parli spesso di nomi del centrosinistra è un segnale di forza perché significa che il centrosinistra ha una classe dirigente che può mettere in campo, che è una classe dirigente che non coincide, attenzione, con l'attuale amministrazione. Abbiamo personalità, uomini e donne e anche qualche giovane di valore che non ha preso parte all'amministrazione comunale degli ultimi dieci anni che ha fatto politica e che è pronto a spendersi per un nuovo progetto politico. Questo credo che sia un elemento di ricchezza, non mi sembra che dall'altra parte ci siano tutti questi nomi, tutta questa classe dirigente. Mi sembra anzi che dall'altra parte tendano ad un ritorno al passato».

Ma qual è il suo giudizio su questi 11 anni di amministrazione Falcomatà?

«Il mio è un giudizio sicuramente positivo, ma critico nello stesso tempo. Abbiamo scalato una montagna, siamo stati forse anche un po' folli ad assumerci quelle responsabilità nel 2014. Non sapevamo a cosa andavamo incontro, sapevamo dei debiti, delle grosse problematiche di bilancio, ma ad esempio molti debiti fuori bilancio che sono venuti fuori dopo noi non li conoscevamo, perché erano delle situazioni occulte. Penso ad esempio ai grossi debiti fuori bilancio che abbiamo dovuto pagare in questi anni per gli espropri: erano situazioni che soltanto i funzionari interni potevano conoscere, quindi abbiamo dovuto fare un lavoro enorme […] Le criticità ci sono state sicuramente, e le individuo nella difficoltà che abbiamo avuto di mantenere un rapporto costante con i cittadini»

Partendo da quest'ultima frase, l’ultima clamorosa tegola su Palazzo San Giorgio è la mancanza di alcuni certificati anche di agibilità per diversi edifici cittadini. Quindi l’ennesimo botta e risposta tra Ripepi e Falcomatà che spesso confonde ancor di più i cittadini…

«Ma questa è una storia intanto che ha origini antiche, noi tra le varie difficoltà che abbiamo avuto è stata quella di trovare gli immobili di proprietà comunale quasi tutti in una condizione di non regolarità. Pensiamo alle scuole non accatastate, le strutture sportive che risultavano - fra stadi e campi Sportivi - ancora vigneti, quindi naturalmente in un'amministrazione del secolo scorso queste cose potevano anche starci, ma in un'amministrazione che deve programmare e ottenere finanziamenti europei una situazione del genere non è assolutamente pensabile, perché nessuno ti finanzia un'opera pubblica. Per alcuni immobili questo lavoro è stato già completato, in altri è in fase di completamento. il sindaco è stato chiarissimo su questa cosa. Certo, abbiamo dei colleghi di minoranza che tendono ad esasperare, che tendono a creare allarme, diciamo così, ad enfatizzare troppo le situazioni. Addirittura si era diffusa la voce che il Cedir chiudesse… ma in realtà questa ordinanza non c'era. C'era invece una situazione che era sotto controllo, di concerto con la Prefettura e con gli uffici competenti si è programmato un percorso che consentirà di ottenere tutte quelle autorizzazioni che necessitano senza andare a discapito della sicurezza dei cittadini»

Vi apprestate, come Partito Democratico, ad affrontare i nuovi congressi chiesti dalla segreteria nazionale. Come si chiude questo biennio? E come si sta preparando il partito? Cosa vi aspettate?

«Sì, grazie di questa domanda. Intanto i dati sulle nuove iscrizioni al partito sono incoraggianti. Cioè, sia in città che in provincia di Reggio c’è stato un incremento di iscrizioni rispetto all’anno precedente. Quindi già questo è un fattore positivo. L’altro fattore positivo è che facciamo i congressi. Credo siamo forse l’unico partito ad effettuare dei congressi veri, che non siano congressi-nomina. E devo dire che in questi anni, in questo biennio, io noto un Partito Democratico che, in Calabria – con la guida di Nicola Irto e di tutti i dirigenti regionali del partito, e con i sindaci anche, ricordiamolo che il Pd esprime il governo delle più importanti città calabresi. E si sono fatti passi in avanti. Siamo stati presenti sui territori, abbiamo attivato nuovi circoli territoriali, abbiamo anche lanciato una serie di campagne di approfondimento, penso a quella sulle aree interne, che ci ha coinvolti nei mesi scorsi in una serie di iniziative importanti, quella sulla sanità… Quindi è un partito che, sicuramente rispetto al passato, ha riscoperto la voglia, l’entusiasmo di esserci, di dire la propria, di fare delle battaglie per i cittadini. Adesso, chiaramente, con i congressi si tratterà di fare una riflessione su questo percorso. Anche qui mi auguro di aprire a forze giovani, a ragazzi che vogliono dare un contributo, soprattutto facendo anche tesoro dell’esperienza che è sempre importante. Però l’augurio è di provare a lanciare e a far crescere, dentro il partito, figure nuove, persone nuove, che vedano nella politica non qualcosa di sporco, di cattivo, ma che vedano invece nella politica un’opportunità di impegno a favore del bene comune e della collettività».