Regionali, la lezione di stile di Nicola Irto: sobrietà e ascolto contro urla e politica spettacolo
In una campagna segnata da toni aspri e slogan aggressivi, il senatore ha scelto misura e discrezione. Una postura che restituisce valore alla politica e avvicina i cittadini
La campagna elettorale in Calabria è stata segnata da toni aspri e slogan urlati. Tanta arroganza e perfino tanta volgarità che hanno prodotto un nuovo allontanamento della gente dalla politica.
In questo clima, c’è un esponente di primo piano, Nicola Irto, che ha scelto un’altra strada: niente urla, niente dichiarazioni fuori luogo, niente politica spettacolo. Ha preferito misura, equilibrio e disponibilità all’ascolto. Nel frastuono generale, la sua discrezione è diventata segno distintivo.
La mia non è una scelta politica, né un’indicazione di preferenza: è la constatazione che si può fare politica senza gridare, si può stare in primo piano senza essere sguaiati. Non importa se di destra o di sinistra, quello che conta è saper stare sulla scena con competenza e amore per la nostra terra, senza essere mai arroganti, senza quel tono aggressivo e supponente di chi si crede il migliore dell’ultimo secolo.
Senatore, architetto e dottore di ricerca, Irto ha portato nella politica lo stesso rigore del metodo appreso nella sua formazione. Ogni gesto e ogni parola sembrano obbedire alla stessa regola: evitare l’eccesso e restituire valore alla sobrietà.
In un contesto in cui la sovraesposizione è quasi un imperativo, brilla chi ha scelto un’altra via.
Per descrivere la sua postura, il paragone che meglio restituisce la sua cifra è quello con un personaggio celebre della letteratura russa: Lev Nikolaevič Myškin, protagonista dell’opera di Fëdor Dostoevskij. Non certo perché Irto sia un ingenuo o uno spaesato – al contrario, la sua è una sobrietà consapevole – ma perché in Myškin si incarna la forza di un uomo che non alza mai la voce, che attraversa le situazioni senza violenza, che sceglie l’autenticità, anche quando questa appare inattuale, mettendo il garbo al centro della scena e non l'egocentrismo urlato, schiantato violentemente in faccia agli elettori, nel caso della politica.
Myškin è il personaggio che vive della propria integrità morale, che resta fedele a sé stesso senza inseguire i giochi di potere, che non ha bisogno di ostentare la forza, perché la sua forza è già inscritta nella calma.
Nicola Irto, con il suo stile, lo ha dimostrato. Ed è forse questa la lezione più importante di questa campagna elettorale: la sobrietà non è debolezza, ma una forma diversa, e rara, di forza.