Sezioni
Edizioni locali
11/09/2025 ore 11.49
Politica

La Calabria al bivio: tra il professore freddo, il governatore da palcoscenico e la Perfidia della Grippo che accende i fuochi. Dove è la vera speranza?

La campagna elettorale si è trasformata in un'arena di illusioni, slogan vuoti e attacchi personali che puzzano di disperazione. Ma l'astensione è il vero veleno: bisogna andare a votare pretendendo programmi veri, non solo digitali

di Gianfranco Donadio*

Mentre il sole di settembre illumina le nostre coste martoriate e i paesi interni svuotati dall'emigrazione, la campagna elettorale per le regionali si trasforma in un'arena di illusioni, slogan vuoti e attacchi personali che puzzano di disperazione. Da una parte il presidente uscente che si dimette in piena estate per un'inchiesta su corruzione e favoritismi, solo per ricandidarsi come se nulla fosse, dipingendo una Calabria da cartolina sui social: «Abbiamo fatto più in quattro anni che in quaranta!», tuona lui in un video virale, con quel tono da venditore di fumo che nasconde il fallimento della sanità, i debiti miliardari e la disoccupazione giovanile al 40%. Dall'altra, l'economista prestato alla politica, europarlamentare del M5s con un curriculum da far invidia, che promette un "Reddito di dignità" come se fosse la panacea per una regione dove un giovane su due sogna di fuggire al Nord. Ma questa non è una sfida tra visioni: è un duello tra chi sa raccontare storie e chi sa solo snocciolare numeri, in una terra che muore di fame non di dati, ma di passione e concretezza! E al centro di tutto, come una furia scatenata, c'è Antonella Grippo, giornalista e analista politica, conduttrice di “Perfidia”, su LaC Tv, che con il suo stile irriverente e tagliente trasforma le interviste in un ring dove i politici sudano, balbettano e si spogliano delle maschere. Ricordate la sua intervista a Silvio Berlusconi?

Antonella Grippo è un vulcano in eruzione, una che non le manda a dire e che ha fatto di “Perfidia” il talk show più esplosivo della regione anche sul piano nazionale, un programma che parte col botto e non si ferma più. Capelli mossi come le onde dello Stretto, occhi che trafiggono come pugnali, e una lingua affilata che non risparmia nessuno. Da anni Grippo è la voce critica della Calabria, quella che smaschera i potenti con ironia caustica e domande che colpiscono dritte al cuore. In questa campagna, con le puntate di fine agosto, ha anticipato la stagione e ha messo sotto torchio i due contendenti, trasformando “Perfidia” nel termometro della politica regionale.

Antonella Grippo è una provocatrice geniale, che mescola cultura pop, riferimenti storici e sarcasmo per far emergere la verità. Ricordate quando ha citato Franco Piperno e il «soccorso accudente» per spingere Tridico fuori dal suo guscio tecnico? O quando ha «declinato diabolicamente» Occhiuto con la musica di Zucchero in sottofondo, facendolo confessare come un peccatore in chiesa? Antonella Grippo non è neutrale – e grazie al cielo! – è di parte per la verità, per i telespettatori che guardano da casa e che meritano risposte vere, non chiacchiere. Spesso viene accusata di essere troppo aggressiva, di sfociare nel sensazionalismo, ma io dico: in una regione soffocata dal clientelismo e dal conformismo, serve proprio una come lei, che fa tremare le poltrone e riaccende il dibattito. Senza la Grippo, queste interviste sarebbero state noiosi monologhi; con lei, sono spettacoli che tengono incollati allo schermo, e che – come lo scoop su Tridico rivelato in diretta – scavano nel fango della politica per tirarne fuori perle di realtà.

Guardiamo Occhiuto, questo "fiume in piena" che a “Perfidia”, sotto il fuoco di fila di Grippo, si è confessato come un martire: «Ho dato tutto alla Calabria, anche a costo di sacrifici personali», dice, evocando il suo intervento al cuore e l'inchiesta come un complotto. Empatico, sì, abile nel ribaltare le critiche – «Il centrosinistra sostiene indagati altrove, ma non ha chiesto le mie dimissioni!» – e nel dipingersi come il decisionista che doma il «mostro» calabrese. Ma Grippo non gli ha lasciato scampo: lo ha inchiodato sulle dimissioni anticipate, accusandolo di cinismo e vendetta, e lui ha dovuto ammettere il suo «uomo solo al comando» con un misto di orgoglio e rabbia. Sui social, Occhiuto è un maestro: reel con cantieri (ma chi gli ha permesso di entrarci da commissario alla sanità?), post su sondaggi gonfiati come il suo 60% nell'Emg/Masia del 22-23 agosto, che però è stato condotto prima che Tridico fosse candidato ufficiale il 23! E quel sondaggio? Che sarebbe stato pagato 50mila euro dalla Regione Calabria, come denunciato dal Pd e dal M5s, per una «propaganda elettorale» che puzzerebbe di conflitto d'interessi?

L’intervento al cuore, l’inchiesta e poi le dimissioni, Occhiuto si confessa a Perfidia. «Ho dato tutto alla Calabria. Ora si riparte»

Occhiuto attacca il "Reddito di dignità" di Tridico come «una grande sola», citando l'ex grillino Marcello Minenna per dire che non ci sono fondi UE sufficienti. Ma lui, che promette continuità con bandi come Fusese o Dunamis, dimentica i fatti: la sanità perde 400 milioni annui in mobilità passiva (dati Istat 2025), ospedali al collasso con liste d'attesa di mesi, e un commissariamento eterno che lui ha gestito come un re, distribuendo fondi a cliniche private amiche. Critiche? Meritate! La sua narrazione empatica è un velo su un decisionismo autoritario, un «uomo solo al comando» che ha schiaffeggiato la democrazia dimettendosi per immunizzarsi dal voto, come ha urlato Tridico a “Perfidia”: «Il Papeete di Occhiuto». E i calabresi? Ridotti a like e follower, mentre la verità è che la sua Calabria «che lavora» esiste solo nei reel, non nelle strade dissestate o nei paesi fantasma. Grazie alla Grippo, però, quel velo si è strappato: lei lo ha costretto a difendersi, a mostrare le crepe, e ha reso visibile a tutti quanto sia fragile quel trono di cartapesta.

Ma non illudiamoci: Tridico non è il messia che ci salverà dal baratro. A “Perfidia”, sotto le domande incalzanti di Grippo – che lo ha provocato sui tentennamenti della candidatura e sulla fattibilità del suo programma – il professore ha brillato per competenza: «Il Reddito di dignità non è assistenzialismo, ma inclusione attiva con fondi europei, come in Puglia, Sardegna e Veneto!» – difendendo un'idea etica che tocca il cuore di una regione con 199mila ex beneficiari del Reddito di Cittadinanza ridotti a «poveri di serie B» dalla Meloni. Critica la sanità del centrodestra, promette legalità e welfare in 10 punti programmatici, e si presenta «pulito» contro l'indagato Occhiuto. Eppure, la sua comunicazione e si razionale, ma fredda come un'aula universitaria: dati su 500 euro mensili, fondi Fse, occupabili che «muoiono di fame». Grippo ha provato a scuoterlo, spingendolo su emozioni e storie personali – «E se perde, che fa? Torna a Bruxelles?» – ma lui ha eluso, liquidando la sconfitta con «Perdere non è un'opzione». Dove sono le storie? Dove l'empatia per le madri single di Reggio o i ragazzi di Crotone che emigrano? I sondaggi lo danno al 37-39%, e non a caso: il suo tono professorale aliena l'elettorato popolare, come nota un'analisi proprio fatta dalle nostre colonne de LaC News24. E le polemiche? La candidatura di Donatella Di Cesare, pacifista e femminista, attaccata da FdI per un vecchio tweet su Balzerani – «Intimidatorio!», ribatte Tridico – o i dubbi su Falcomatà e Lucano nelle liste, che spaccano il campo largo. Tridico inciampa nell'astratto, promettendo una «primavera calabrese» senza scaldare i cuori, mentre Occhiuto, pur senza verità, sa connettersi emotivamente. Antonella Grippo, con la sua maestria, ha messo in luce proprio questo: la freddezza di Tridico contro il pathos di Occhiuto, costringendoli entrambi a rivelarsi per ciò che sono – tecnici vs. showman – e lasciando a noi calabresi il compito di giudicare.

Regionali, Tridico a Perfidia: «Mi candido per vincere, la Calabria aspetta la sua primavera»

E allora, Calabresi, questa campagna è una farsa che rischia di seppellire la nostra democrazia sotto l'astensionismo (56% alle ultime regionali!). Occhiuto è il re del palcoscenico, ma la sua corona è macchiata di inchieste e propaganda pagata con i nostri soldi. Tridico ha idee forti – sanità depoliticizzata, salario minimo, lotta allo spopolamento – ma le racconta male, come lezioni a Bruxelles invece che appelli alla Calabria profonda. E Antonella Grippo? Lei è il faro in questa tempesta: critica, appassionata, instancabile, che con “Perfidia” non solo informa ma sveglia le coscienze, strappando confessioni e smascherando ipocrisie. Giuseppe Conte ha "lanciato" Tridico a Cosenza e Crotone come «costruttore di pace», ma la pace non si costruisce coi reel: serve passione, non calcoli! Antonella Grippo ce lo ricorda ogni volta, con quel suo mix di ironia e rabbia che è puro amore per la Calabria.

Svegliamoci! Non votate per il meno peggio, ma per chi riaccende la fiamma della speranza. Se Occhiuto vince, probabilmente avremo più dello stesso: clientelismo e debiti. Se Tridico inciampa, perderemo un'opportunità etica. Ma l'astensione è il vero veleno: andate a votare, pretendete programmi veri, non solo digitali. La Calabria non è un feudo: è la nostra terra, e merita leader che la amino con il cuore, non con i like. E grazie a donne come Antonella Grippo, che non si arrendono, noi possiamo ancora sognare. Altrimenti, il 7 ottobre, non avremo perso solo un'elezione: avremo perso noi stessi. La prossima “Perfidia” tocca a Francesco Toscano.

*documentarista