Regionali, dalla Sibaritide la denuncia di Toscano (Dsp): «Diamo fastidio, mi pare che il gioco sia truccato»
Il candidato alla presidenza propone un piano di sviluppo indipendente, con Fincalabra trasformata in agenzia per la crescita e l’occupazione al centro: «Non siamo amici dell’establishment. L’astensione è un favore al sistema, partecipare è atto di sovranità»
Il candidato alla presidenza della Regione Calabria per Democrazia Sovrana e Popolare, Francesco Toscano, ha fatto tappa nella Sibaritide, incontrando cittadini, curiosi e simpatizzanti. La giornata lo ha visto attraversare l’Alto Jonio e concludere a Schiavonea, dove ha dialogato con gli elettori del posto. Nel corso dell’intervista rilasciata, Toscano ha illustrato i punti chiave della sua proposta politica, ribadendo le ragioni della sua candidatura e le prospettive di sviluppo per la Calabria. L’idea centrale ruota attorno a un piano di rilancio che metta al centro le risorse della regione, superando la logica della dipendenza dai fondi comunitari. «L’idea di Calabria vuole puntare sulle tante risorse che questa regione esprime – ha spiegato Toscano –. Vorremmo rompere una cattiva prassi di una cattiva politica che si limita a rimanere con la mano tesa nella speranza di ricevere qualche denaro da Bruxelles o dal Pnrr. Noi immaginiamo invece di rilanciare la Calabria attraverso un piano di sviluppo autonomo». Secondo il candidato, uno strumento centrale sarà la trasformazione di FinCalabra in una vera agenzia per lo sviluppo indipendente. «Immaginiamo FinCalabra come nuova agenzia per uno sviluppo autonomo della regione attraverso la costruzione di un progetto che riporti la politica a immaginare e costruire processi di sviluppo. Questo è il nostro primo obiettivo». Tra le priorità, l’abbattimento della disoccupazione. «La nostra proposta prevede l’abbattimento fino al 5% della disoccupazione entro cinque anni. Basta inseguire il mito del pareggio di bilancio. L’unica cosa che noi dobbiamo fare è servire le persone, non i numeri».
Toscano: «Riformeremo Fincalabra affinché diventi una vera Agenzia di sviluppo pubblico»Un elettorato deluso da convincere
Toscano ha denunciato un clima politico polarizzato e poco aperto alla novità. «Sono convinto che la nostra proposta, con molta fatica, visto anche un certo oscuramento mediatico che tende a polarizzare il confronto limitandosi a riportare le dichiarazioni banali di Occhiuto e Tridico, stia passando. Voglio rivolgermi a quell’elettorato deluso, smarrito, che non crede più nella politica. Non fate l’errore di astenervi. L’astensione è sempre un favore al sistema».
Per il leader di Dsp, la partecipazione elettorale è un atto di sovranità: «Bisogna esercitare questo diritto alla sovranità pro quota, una sovranità che è tradita da burocrati e servitori di interessi sovranazionali. Noi vogliamo riportare al centro gli interessi dei cittadini». Un altro punto chiave è la ricostruzione di un sistema sanitario pubblico. «Ricostruiremo una sanità a misura d’uomo. Non abbiamo nessuna intenzione di venerare il feticismo dei conti. A noi non interessano i conti in ordine. A noi interessano i cittadini in salute. A noi interessa ricostruire una sanità pubblica tradita dal centrodestra e dal centrosinistra». Parlando di occupazione, Toscano ha criticato l’approccio delle forze tradizionali: «Fino ad oggi la classe politica ha abbracciato un neoliberismo spinto che non ha funzionato. Pensano che la politica debba abbassare i salari per attirare investitori esteri. La nostra idea è il contrario: dobbiamo valorizzare le nostre forze interne».
Ha poi chiarito il ruolo della quarta rivoluzione industriale: «Siamo nel pieno di cambiamenti epocali che dobbiamo saper interpretare, non in un’ottica luddista ma indirizzando il progresso affinché migliori la vita della gente, non per arricchire pochi e schiavizzare molti».
Una campagna ostacolata
Secondo Toscano, la sua campagna incontra resistenze. «Mi sono fatto l’idea che il gioco sia truccato. Mi accorgo che c’è un grande fastidio nei confronti della nostra presenza. In psichiatria si chiamerebbe un processo di rimozione: fanno finta di non vederci». Ha aggiunto: «Noi accusiamo l’establishment calabrese di avere costruito le condizioni per il degrado e per il disastro che vediamo. Non siamo amici delle classi dirigenti calabresi e siamo felici di non esserlo». Sul tema dell’astensione, Toscano è netto: «I cittadini hanno perso fiducia nel rito democratico. Pensano che i politici siano esecutori di ordini provenienti da mondi non rappresentativi. Non è mai cambiato nulla con il cambiare dei governi. Che governi Conte o il centrodestra, i precari restano tanti, la disoccupazione allarmante, gli ospedali chiusi». E ancora: «Non vi appassionate al teatrino della politica. Abbracciate un partito libero, forte, serio, sereno, come Democrazia Sovrana e Popolare che non ha padroni né a Roma né a Bruxelles».
Sul rapporto tra politica e giustizia, Toscano ha ricordato: «Non c’è presidente in Calabria che non sia finito nella macchina della giustizia. Non credo sia casuale. Le classi dirigenti calabresi non fanno carriera attraverso l’elaborazione politica, ma come gruppi di potere e pressione. Sono portatori di interessi materiali che saltellano da destra a sinistra con disinvoltura». Ha poi accennato alle inchieste giudiziarie: «Seguo con attenzione le indagini della procura di Caltanissetta. Molti misteri e violenze sono passati per la Calabria. È il tempo di dire la verità. La retorica mafia contro antimafia non regge più. Dobbiamo spiegare ai cittadini come funzionano i sistemi di potere».