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12/09/2025 ore 06.15
Politica

Regionali in Calabria: le aree interne tra slogan social e annunci, ma il confronto vero non c’è

Tridico ne sta facendo il perno della sua campagna elettorale, Occhiuto rilancia promettendo fino a centomila euro per chi andrà a vivere nei nostri borghi. Ma non si intravede una strategia complessiva per salvare dal declino questa importante fetta della Calabria

di Massimo Clausi

La campagna elettorale per le regionali è iniziata da un po’, anzi sta quasi per finire, ma in pochi se ne sono accorti. Come spesso accade le appartenenze stanno per prevalere sull’analisi dei problemi che pure in Calabria non mancano. Appartenenze che trovano sfogo, spesso becero, sui social più che nelle piazze. Anche qualche candidato trascende un po’ nello stile da tifo nelle comunicazioni ufficiali: c’è chi definisce “macchietta nazionale” Tridico e chi “piazzista alla Mastrota” Occhiuto. E le solite truppe cammellate a dare man forte sui social. In questo primo scorcio di campagna elettorale, in particolare, è mancato il confronto fra due visioni.

Soltanto ieri c’è stato un accenno, legato alla delicatissima questione delle aree interne. Un tema importante visto che il 60% dell’Italia e il 70% della Calabria è in questa situazione. Al punto che il Governo ha messo a punto una strategia per queste zone con i fondi del Pnrr basata su tre linee: cittadinanza digitale (800 milioni), accessibilità e sicurezza delle strade (300 milioni) e servizi sanitari di prossimità (100 milioni). Il Governo italiano però non sembra crederci fino in fondo, al punto che un passaggio del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne che parla di “accompagnamento alle situazioni di spopolamento irreversibile”. Una presa di posizione che ha provocato la reazione della Cei che in una lunga lettera ha avvertito i parlamentari del pericolo dell’abbandono di una vasta area di territorio del Paese.

Il Pd ha incentrato uno dei suoi temi programmatici proprio sulla difesa di questo pezzo d’Italia. Tutti ricordano la scelta della segretaria nazionale Elly Schlein di venire a Mormanno per discutere della questione e quella conseguenziale del segretario regionale Nicola Irto di celebrare le Feste regionali dell’Unità in aree interne come Taverna, ad esempio. Su questo tema Pasquale Tridico ha puntato molto nella sua campagna elettorale che si sta svolgendo soprattutto attraverso un tour serrato nei piccoli e piccolissimi paesi della Calabria. L’idea è quella di entrare in contatto con quella grande fetta di calabresi che si sentono esclusi da tutto e che per questo non votano.

Occhiuto ha provato a rispondere con uno dei suoi reel in cui ha sganciato la bomba. Incentivi fino a centomila euro per chi sceglie di andare a vivere nelle aree interne calabresi. Una iniziativa che Occhiuto ammette di aver ripreso dalla Provincia Autonoma di Trento e Bolzano. Finora, dice nel suo video sui social, la misura non si era potuta applicare per carenza di risorse. Oggi che invece sì, perché è stato depositato il nuovo regolamento per la revisione di medio periodo delle risorse dell’Unione europea. Queste risorse si possono spendere o per il ReArm, e a noi questo non interessa, dice Occhiuto, o per l’idrico, e infatti spenderemo molte risorse per l’idrico in Calabria, altre per il social housing, cioè per il diritto all’abitazione. Occhiuto ha già in mente la sigla di questa iniziativa che si chiamerà ‘Casa Calabria 100’. Sul progetto l’ex presidente dice che investirà molte risorse.

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Ovviamente, come tutti i reel, ci sono i pro e i contro. Il pro è che non c’è contraddittorio. Questo però comporta, insieme al tempo limitato, anche un contro ovvero l’impossibilità di approfondire le questioni. Così non sappiamo, ad esempio, come verranno individuate le zone oggetto dell’incentivo, quanti soldi verranno stanziati e soprattutto qual è la strategia più complessiva nel quale calare questa misura.

È ovvio infatti che l’incentivo economico non basta. Ricordate quando i sindaci hanno deciso di vendere le case dei loro centri storici ad un euro? Non sempre ha funzionato. Il problema (manutenzione, ristrutturazione e tasse a parte) è che poi in quei borghi bisogna viverci e quindi servono servizi, da quelli sanitari, alla digitalizzazione fino ai trasporti. Proprio su quest’ultimo punto si è incentrata la nuova polemica di questa campagna elettorale.

Tridico, ad esempio, ha denunciato lo stato di abbandono della vecchia tratta ferroviaria da Catanzaro a Cosenza ed annunciato di volerla ripristinare ricordando che grazie al governo Conte è stata finanziata in Calabria la prima locomotiva a idrogeno. Gli ha replicato Gianluca Gallo, già assessore regionale ai Trasporti e candidato, sostenendo che i lavori sono partiti e finiranno a dicembre 2026. Sono, inoltre, già stati acquistati 9 treni a idrogeno - la fornitura maggiore tra tutte le imprese italiane a scartamento ridotto -, in arrivo tra il 2026 e il 2027, oltre a 3 nuovi treni diesel che saranno tutti impiegati sulla tratta Catanzaro-Cosenza, e a Cosenza è in fase di realizzazione una centrale di produzione e distribuzione di idrogeno verde presso il Deposito Ferroviario di Vaglio Lise, un progetto di Ferrovie della Calabria e Regione Calabria cofinanziato dal PNRR.

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Insomma il dibattito va avanti così, a botta e risposta. Manca però il quadro generale, manca la discussione approfondita sulle strategie complessive per far uscire dalla Calabria dai soliti indici macroeconomici dai quali non riesce a staccarsi da 40 anni a questa parte. Gli incontri pubblici si limitano ad iniziative di partito o a presentazione di candidati. Forse i focus sugli argomenti non si portano più.