Sezioni
Edizioni locali
14/08/2025 ore 11.49
Politica

Regionali in Calabria, nel centrosinistra tutti vogliono Tridico ma nessuno riesce a convincerlo. E Occhiuto ringrazia

Il campo larghissimo ha detto sì quasi all’unanimità all’europarlamentare, ma lui non vuole candidarsi. Ma allora perché Conte e il M5s hanno portato al tavolo il suo nome? Un mistero che sta facendo alzare la tensione fra gli alleati

di Massimo Clausi
Luigi Mistrulli

Ha assunto contorni quasi paradossali il tavolo del centrosinistra chiamato a individuare il futuro sfidante di Roberto Occhiuto. Il tavolo, tecnicamente, è chiuso, ma il nome ancora non c’è. Al suo posto circolano vocali di stampo sovietico e indiscrezioni farlocche su chat roventi. La verità, dicevamo, è che l’accordo c’è e anche da un po’ di tempo. Ma la fumata bianca non arriva. Perché? Un mistero.

Regionali in Calabria, da Roma nulla di fatto: Irto, Tridico e Stasi restano sul tavolo

È accaduto che la coalizione ha riconosciuto il diritto al M5s di indicare il candidato. I grillini hanno portato al tavolo una rosa di nomi: l’europarlamentare Pasquale Tridico, la vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino e la deputata, nonchè coordinatrice regionale, Anna Laura Orrico. Il tavolo, quasi all’unanimità, ha detto che Tridico andava più che bene, poteva incarnare perfettamente la testa d’ariete della coalizione per il suo profilo di tecnico moderato. Solo che a quel punto Giuseppe Conte, o chi per lui, si è trasformato in quei signori che negli anni ‘80 stazionavano agli autogrill con un banchetto per attirare gli allocchi.

“Carta vince, carta perde, ecco l’asso di denari…puntate signori” solo che l’asso di denari non c’era mai. La domanda allora è semplice: perché portare al tavolo il nome di Tridico se questi non ha nessuna intenzione di candidarsi? E ancora. Perché portare al tavolo il nome di Tridico se non si ha la forza di imporgli la candidatura?

Mistero. Un mistero che però sta facendo alzare la tensione fra gli alleati perché il tempo gioca a favore di Occhiuto. Non solo ma fa crescere la sensazione di inaffidabilità del M5s e concretizzare l’ipotesi di far saltare il banco. Fra alcuni degli astanti, infatti, inizia a serpeggiare il dubbio che voglia interpretare il ruolo del Re di Prussia ovvero l'infiltrato che gioca a far vincere il nemico. Non vale nemmeno la considerazione, che pure qualcuno agita, che Conte stia prendendo tempo per avere garanzie sulla candidatura di Roberto Fico in Campania. Da quelli parti si voterà molto più in là, in Calabria invece si vota praticamente domani. I tatticismi qui sono solo deleteri. A meno che della Calabria non importi poi così tanto.

Le indiscrezioni romane agitano Occhiuto, mentre il centrosinistra dà una mano agli avversari (e non sceglie)

Chi si prenderà la responsabilità politica di tutti questi tatticismi e questo temporeggiare? Fra l’altro si tratta di una responsabilità politica non da poco. In Calabria per la prima volta, e senza troppi sforzi, si è realizzato un campo non largo, larghissimo. Qualcuno lo potrebbe definire un laboratorio politico che conta al suo interno ben dieci sigle politiche. Uno schema che potrebbe fare da viatico anche nel Paese come paradigma per battere la Meloni. Chissà se Conte e la Schlein se ne sono resi conto o se hanno un qualche interesse per la Calabria.

I giorni passano. Carta vince, carta perde, ma l’asso di denari non si becca mai.