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12/10/2025 ore 07.08
Politica

Regionali, l’attivista Abruzzese: «Il centrosinistra ha gestito male l’intero percorso, esserci non basta»

La riflessione sulle elezioni: «Tridico ha accettato una sfida complicata, Conte ha dimostrato arroganza e miopia politica ma tutti i leader hanno chiuso gli occhi di fronte a un’impostazione sbagliata»

di Redazione

«La libertà non ha prezzo. Con tutto il rispetto, sulla scelta dei leader nazionali del centrosinistra: nessuno può permettersi di venire a dirci — a noi che viviamo in Calabria e che da sempre ci impegniamo nella vita politica per difendere i più deboli e lottare per il bene comune — che non si poteva fare di più e meglio per cercare di vincere queste elezioni. La candidatura di Pasquale Tridico è stata, come lui stesso ha dichiarato la sera di lunedì 6 ottobre, una candidatura di servizio». Così, in una nota, l’attivista politico di Scala Coeli Nicola Abruzzese.

«Pasquale – continua – ha fatto una scelta politica in un contesto estremamente difficile, una sfida complicata per chiunque si fosse candidato, ed è per questo che lo ringrazio per essersi messo a disposizione e per aver fatto il possibile per ottenere il risultato che ha ottenuto. Senza di lui, non so come sarebbe finita».

«A mio avviso la candidatura di Pasquale è stata imposta, da Giuseppe Conte, che ha gestito la partita calabrese con arroganza e miopia politica, ignorando il territorio, bypassando ogni confronto vero e trasformando la costruzione dell’alternativa in un’operazione di vertice, opaca e personalistica. Ha trattato la Calabria come un terreno da occupare, non come una comunità da ascoltare. E oggi, invece di assumersi le sue responsabilità, continua a rifugiarsi dietro narrazioni consolatorie», aggiunge Abruzzese.

«La sconfitta, però, non è solo sua. È anche di Anna Laura Orrico, coordinatrice regionale del M5S, che ha avallato in silenzio ogni decisione, senza mai mettere in discussione la linea imposta da Roma. È di Elly Schlein, che ha accettato tutto in nome di un’alleanza di vertice, senza preoccuparsi di cosa chiedesse davvero la Calabria. Ed è di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che hanno preferito garantire un equilibrio nazionale precario piuttosto che costruire un progetto credibile e radicato sul territorio».

«Tutti, in nome di una fragile unità, hanno chiuso gli occhi di fronte a un’impostazione sbagliata – afferma l’attivista –. E ora cercano di salvare la faccia con l’ennesimo comunicato su “quanto è stato importante esserci”. Ma no: esserci non basta, se non si ascolta, se non si capisce, se non si costruisce nulla».

«Va dato atto a Pasquale – continua – di aver ottenuto un buon risultato personale. Ma questo non può essere usato come scudo politico per coprire la gestione fallimentare dell’intero percorso. Anzi: proprio quel risultato dimostra che un altro approccio, più serio e condiviso, avrebbe potuto portare a esiti ben diversi».

«E mentre Roma recita il copione del “ce l’abbiamo messa tutta”, qui in Calabria l’emergenza è reale: sanità allo sbando, infrastrutture fatiscenti, giovani costretti a emigrare. Davvero pensate che basti un candidato noto e qualche conferenza stampa per rispondere a tutto questo?».

«Se davvero si vuole cambiare, allora servono meno imposizioni e più confronto, meno leaderismi e più territorio. Servono scelte nette, assunzione di responsabilità e il coraggio di dire: abbiamo sbagliato. Perché fare opposizione – conclude Abruzzese – è un dovere, ma farla con serietà, coerenza e rispetto per chi ogni giorno ci crede davvero, lo è ancora di più».