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17/11/2025 ore 17.21
Politica

Sanità Calabria, il Pd critica Schillaci: «L’uscita dal commissariamento un problema tecnico a lui estraneo? Parole gravi»

I dem a seguito delle parole del ministro: «Il governo nega la gravità di una situazione che ha prodotto ingiustizie, sofferenze e un crollo senza precedenti del diritto alla salute»

di Redazione Politica
Luca Ponti/ Ipa agency / ipa-agency.net

«Se il ministro Orazio Schillaci considera l’uscita della Sanità calabrese dal commissariamento un problema tecnico a lui estraneo, allora è evidente che il governo nazionale non ha alcuna intenzione di assumersi le proprie responsabilità sulla gestione del Piano di rientro e sul dramma sanitario che da oltre 15 anni colpisce la nostra regione». Lo afferma in una nota il Pd Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto, a proposito delle dichiarazioni rese dal ministro della Salute nel corso degli Stati generali della medicina digitale all’Università della Calabria.

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«Tramite il ministro della Salute, il governo – accusa il Pd – nega la gravità di una situazione che ha prodotto ingiustizie, sofferenze e un crollo senza precedenti del diritto alla salute. Il governo centrale, dopo aver annunciato a più riprese un imminente ritorno alla gestione ordinaria, si smarca dalle promesse fatte in campagna elettorale dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e fa intendere che la Calabria continuerà a pagare un prezzo altissimo». E ancora, il Partito democratico sottolinea che «il Piano di rientro e il regime commissariale derivano soprattutto da un’ingiustizia enorme, cioè la scelta dello Stato di trasferire alla Calabria, da oltre 25 anni, risorse nettamente inferiori rispetto ai bisogni reali di cure e di assistenza nel territorio regionale».

«Il ministro Schillaci – aggiungono i dem calabresi – non può lavarsene le mani e scaricare la responsabilità sul ministero dell’Economia, né può farlo il presidente della Regione Roberto Occhiuto, che da tre anni guida il settore in qualità di commissario e continua a difendere un governo che – conclude la nota del Pd – non intende cambiare una sola virgola».