“Sballando con le selle”, a Perfidia si accende il dibattito sulla nuova Giunta. E Durigon “scarica” Scopelliti
L’appuntamento di questa settimana ha acceso i riflettori per le nomine nella nuova squadra. Ranuccio, Giannetta e Brutto si sono confrontati in studio sulle frizioni interne alla maggioranza. La bomba finale arriva dal parlamentare del Carroccio
Perfidia non è un talk show, è il confessionale televisivo dove la politica smette di essere calcolo, analisi e magari anche “vendette”, e torna a essere confessione, carne, tradimento. Sotto l'egida implacabile di Antonella Grippo l'ultima puntata su LaC Tv, intitolata "Sballando con le selle", si è rivelata un trionfo dell'iperbole con l'esagerazione di un concetto politico (sia per vinti e sia per vincitori) per renderlo più evidente, condita da una fedele rappresentazione della fenomenologia dello spirito politico in salsa calabrese, per come nelle migliori ricette della regione, discretamente piccante.
La Grippo, con quell'aria tra il serafico e l'infernalmente consapevole, non ha tardato a smascherare l'inganno fin dai primi istanti, trasformando il titolo in un'accusa diretta: «Come da consuetudine, il titolo di Perfidia è un depistaggio, è una frode, una truffa, un inganno dietro il quale si celano ovviamente tutte le diavolerie di sua santità. Stasera abbiamo inteso chiamare la trasmissione “Sballando con le selle”, in prossimità del varo della Giunta Occhiuto crescono gli appetiti dei vari partiti, ciascuno rivendica la sua quota di sovranità per salire in groppa a una postazione di potere».
La "sella" non è solo una comunissima poltrona, è soprattutto la lotta e l'ambizione primordiale per restare saldi sul cavallo del potere. E in questa corsa febbrile, gli onorevoli si rivelano cavallerizzi improvvisati che, nonostante l'evidente "sballo" etico che pervade le loro azioni, sono disposti a tutto pur di non restare a piedi. La conduttrice lo ha cristallizzato in una sentenza lapidaria: «La sella coincide semanticamente con il potere e le frizioni. L'indole della politica è il conflitto».
E di conflitti, naturalmente, ne sono venuti fuori a secchiate, come in un duello senza esclusione di colpi. Il cast chiamato a testimoniare la nuda verità del potere ha trasformato lo studio in un “Teatro dei vizi e delle virtù.” I cavalieri della maggioranza si sono fatti portavoce delle tensioni interne: Domenico Giannetta (Forza Italia) e Angelo Brutto (Fratelli d’Italia) sono stati chiamati a giustificare le manovre per le "quote" in Giunta, in un dibattito dove l'interesse di partito ha oscurato ogni altra considerazione.
Accanto a loro, Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi e neoconsigliere regionale, ha incarnato il difficile equilibrio tra l'asfalto delle promesse municipali e le nuvole dorate del Palazzo. Ma l'occhio di bue si è presto spostato sull'eterno fallimento delle opposizioni. A fornire un’analisi attenta e precisa sulla situazione politica anche il social media manager del gruppo Diemmecom Francesco Rende.
Ma è nel confronto con Roma che è giunta la dichiarazione più fragorosa della serata. L'intervento in collegamento di Claudio Durigon (Lega) si è trasformato in un atto politico netto. Nel fuoco del dibattito, il rappresentante della Lega ha compiuto un gesto inequivocabile scaricando senza mezzi termini l'ex governatore Giuseppe Scopelliti. Una mossa che, in termini di liturgia politica, suona come una sentenza definitiva, sancendo una presa di distanza che non ammette repliche e che sposta gli equilibri interni al centrodestra, aggiungendo un nuovo tassello all'eterno racconto del tradimento politico. E a proposito della disponibilità espressa da Francesco Cannizzaro, coordinatore di Forza Italia in Calabria, a candidarsi a sindaco di Reggio, ha detto: «Quando un parlamentare, leader regionale di un partito, mette a disposizione la sua candidatura, noi della Lega siamo al suo fianco».
Con il professor Gianfranco Pasquino la puntata ha raggiunto il suo apice tragico. intellettuale. L'elegante politologo ha operato una vera e propria vivisezione senza anestesia delle prospettive economiche, focalizzandosi sulla prossima legge di bilancio del Governo. Se la politica è ossessionata dalla sua "sella", Pasquino ha ricordato al pubblico che le decisioni finanziarie rischiano di farci sballare tutti in un senso lato, ben più grave e meno ironico.
In fondo, "Perfidia" ha dimostrato ancora una volta che la televisione è l'unico spazio pubblico in cui il "dire si fa atto". Tra "frizioni", "psicodrammi" e la corsa disperata alla "sella", Antonella Grippo si conferma l'unica regista che non teme di mostrare la politica nuda, facendola confessare e, talvolta, sanguinare. E se la politica è come una una gabbia di animali feroci, Antonella Grippo è l'unica domatrice che ha il coraggio e la perfida intenzione di entrarci.