«So bene per chi votare domenica. Lo so molto bene...»
Le urne incandescenti (e cruciali) di Lamezia. Con Regionali sullo sfondo. Bevilacqua sfila formalmente il suo elettorato dalla contesa, «ognuno decida come vuole». Lunedì sera i numeri diranno la verità
Se Rambo, Pantera Rosa, Ponzio Pilato o "semplicemente" Garibaldi lo scopriremo solo lunedì sera. O forse mai.
Nell'attesa, non sempre dolcissima, dichiarazioni d'intenti. Formali, e "strappate".
Bevilacqua dixit, per intenderci. Il terzo incomodo di Lamezia che come una matrioska tiene dentro e fuori più cose di quelle che può immaginare. Lamezia non è solo un voto comunale, mai stato (dentro c'è un mondo con 3 scioglimenti per mafia ma anche l'area strategica e industriale leader da Salerno a Catania). E lui, il "sindaco del popolo", non è solo una coltellata della Piana nella pancia del centrodestra (sua la lista più votata, sua la candidata più votata, quasi interamente suo il consenso perso da Murone, 8500 voti senza leader di partito, assessori o sottosegretari al seguito).
Eppure, Bevilacqua dixit prudenza. Presto per dire furbizia. «Chiedo ai miei elettori di scegliere come gli pare, di preferire chi risponde meglio ai propri desideri». Stuzzicato sul punto, col lessico che il convento consente, Bevilacqua non solo dixit ma spinge l'autocoscienza fino al limite. «Se ho già in mente per chi votare? Certo che so per chi votare. Lo so molto bene...».
Dove quel "molto bene" è il semaforo lampeggiante di Lamezia. Con tre colori.
Per nessuno? Per chi può finire con la cannonata di ritorno l'esilio del centrodestra di regnanza locale e regionale? Oppure per chi suo malgrado rappresenta pur sempre l'area che l'ha fatto (per ora) scappare?
Chissà. Tanto conta poco. È "solo" il suo voto, agli altri ha aperto i cancelli del fate voi.
Il resto del Bevilacqua dixit nella stipata conferenza stampa è fritto misto tra orgoglio, appartenenza, anche un pò di genuina emozione. E consapevolezza, d'essere «un miracolo» con vista sul futuro. «La trasversalità dell’elettorato ha individuato nella nostra coalizione civica una forza alternativa ai canonici schieramenti politici di ogni orientamento. Siamo equidistanti, troppo presto scegliere per il futuro. Anche se saremo presenti, il sogno è far eleggere finalmente un consigliere regionale di Lamezia».
«Ogni cittadino saprà valutare con consapevolezza le proposte in campo secondo la propria coscienza e sensibilità, ciò che oggi ci preme è preservare lo spirito di partecipazione e fiducia costruito ormai da lungo tempo. Ci attendono nuovi progetti politici da vivere insieme».
Poi l'ancoraggio, il retaggio, che però può anche trasformarsi in spina letale.
«Provengo dal centrodestra da sempre, si sa, ma ho scelto di candidarmi con entusiasmo e amore verso questi ragazzi che hanno avuto il coraggio di affrontare la campagna elettorale contro i partiti di centrodestra e di centrosinistra. Qui sono scesi leader, sottosegretari, parlamentari, è sceso di tutto per le elezioni di Lamezia. Noi siamo stati soli ma ci abbiamo messo la faccia, abbiamo avuto il coraggio di osare e la gente ci ha premiato. Noi abbiamo vinto con il popolo, con la gente, senza nessuno. 8500 voti, 3500 in più delle liste. L'esatto contrario di Murone che invece ne ha presi 3000 in meno. Chi ci ha definiti "4 scappati di casa" dovrebbe riflettere...».
Murone e Lo Moro «due brave persone» le immortala il Bevilavqua dixit. Che chiama i suoi fuori anche se sa «molto bene per chi votare».
Il pezzetto di "miracolo" che è mancato e che lo tiene spettatore forzato è indefinibile al momento. Presto per dire che è poco poco o tanto tanto. Per ora se la giocano "quei due" domenica e lunedì. Con Lamezia al centro e le Regionali dietro l'angolo.
C'è tutto per il gran finale da tripla. Manca solo il duello che non c'è, quello mediatico. Che salta sempre. Sistematicamente. Almeno così però ognuno può vincere il "suo", facile. Anche se può pure capitare il contrario, andar male persino senza avversari. A Lamezia tutto è possibile...