Statale 106, Falcomatà e Baldino contro il governo: «Taglio da 50 milioni nella Manovra, da Salvini solo fumo negli occhi»
Il sindaco di Reggio auspica una levata di scudi contro la legge di bilancio da parte dei parlamentari calabresi a prescindere dal colore politico. La deputata 5stelle: «Pensano solo al Ponte sullo Stretto»
Cinquanta milioni di euro. Ammonterebbe a tanto il taglio dei fondi destinati alla Statale 106 jonica, previsto nella legge di bilancio predisposta dal governo Meloni e che dovrà passare dal Parlamento per l’approvazione definitiva. A tornare sulla vicenda, già denunciata nei giorni scorsi dal portavoce regionale di Europa Verde-Verdi/Avs Giuseppe Campana, sono oggi il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e la deputata calabrese del M5s Vittoria Baldino.
Mentre loro attaccano, da parte sua il governatore Roberto Occhiuto, a margine della sua proclamazione avvenuta questo pomeriggio in Corte d'appello a Catanzaro, sostiene invece che quella sul taglio di 50 milioni dei fondi per la realizzazione della statale 106 sia «una fake news».
Falcomatà: «Dal governo e da Salvini solo fumo negli occhi»
«Un fatto tanto grave quanto prevedibile, perpetrato ai danni del territorio da un Governo che non perde occasione di mostrarsi nemico della Calabria e dei calabresi», è l’attacco di Falcomatà, recentemente eletto nel Consiglio regionale con il Pd.
«Il taglio - sottolinea - riguarda l’annualità 2027, e certifica quello che denunciamo da tempo, ossia, quali siano le reali priorità della destra di Governo: tagli su infrastrutture, e dunque sulla possibilità di spostarsi in sicurezza per tutti i calabresi, in particolare per i residenti nei tanti centri del litorale jonico».
Falcomatà parla di prese in giro da parte del governo nazionale e in particolare del ministro Salvini, che «con i suoi spot di circostanza, come ‘Prima il Sud’, ha gettato fumo negli occhi a quei cittadini che, nella riqualificazione e nell'ammodernamento della arteria che collega l'intero versante ionico della Calabria, avevano riposto le speranze per un rilancio economico legato ed una connettività indispensabile per la crescita dei territori interessati. La 106 infatti, rappresenta per la Calabria un’infrastruttura strategica per la mobilità regionale che i cittadini attendono da decenni. Pertanto, chiediamo al Governo nazionale e a quello regionale, un'assunzione di responsabilità affinché il progetto di ammodernamento non resti un contenitore svuotato di risorse, che non farebbe altro che rendere la nostra regione ancora più isolata dal punto di vista infrastrutturale».
Per il sindaco di Reggio, «quello sulla SS106 non può essere derubricato a semplice intervento di viabilità, sul quale la destra si affanna a sventolare la bandiera degli annunci, ma dovrebbe essere considerato una priorità dell’agenda di governo, non solo per superare i grandi limiti di sicurezza che nei purtroppo numerosissimi incidenti stradali hanno causato la morte di troppe persone, ma anche per ridisegnare il volto di una regione, considerata ancora poco attrattiva in termini economici e commerciali. Auspichiamo per questo, una levata di scudi, a prescindere dal colore politico, da parte dei nostri rappresentanti in Parlamento, affinché non venga sottratto nemmeno un euro ad un’opera fondamentale per l’intera Calabria».
Baldino: «Ancora tagli alla 106, pensano solo al Ponte»
Sul piede di guerra anche la parlamentare cinquestelle Baldino: «Il governo Meloni ha deciso di sottrarre, per il 2027, 50 milioni di euro residui cioè impegnati ma non ancora pagati, destinati alla Statale 106, una delle arterie più importanti e pericolose del Paese. Parliamo di risorse già stanziate che ora vengono tolte dal nuovo bilancio dello Stato. Eppure nella stessa manovra si trovano oltre 700 milioni di residui, cioè sempre risorse impegnate ma non ancora pagate, destinati al Ponte sullo Stretto che restano invece intoccati perché considerata “opera strategica”. Questa è la strategia del governo Meloni per far quadrare i conti dei prossimi tre anni: tagli ai ministeri e agli investimenti».
Baldino si chiede dunque quali siano le priorità del governo Meloni. «Questa manovra – rimarca - per come è scritto nero su bianco, ridisegna le priorità del Paese al ribasso: taglia su scuola, ambiente, sicurezza, su infrastrutture utili e spesa sociale per aumentare la spesa militare e sostenere opere simboliche. Nero su bianco si leggono infatti 2 miliardi di tagli ai ministeri, di cui fanno le spese — oltre alla 106 — anche 50 milioni destinati alla metro C di Roma e 50 milioni circa tolti agli interventi per pubbliche calamità. A questo si aggiungono 5 miliardi rivisti per il Pnrr e 2 miliardi in meno per il Fondo di Sviluppo e Coesione».
Il tutto, sottolinea la deputata 5 stelle, «mentre il Governo dichiara di voler “rilanciare il Sud” e “unire il Paese”. In realtà, assistiamo a un progressivo disinvestimento dalle infrastrutture e dai territori che più hanno bisogno di interventi urgenti. Se queste sono le priorità del Governo Meloni – conclude Baldino - allora è chiaro che il Sud non è nel suo orizzonte politico ma solo nel suo lessico elettorale. In attesa di rivedere, forse, i 50 milioni destinati alla Ss 106 quello che è evidente è che una strada che ogni giorno costa vite umane e isolamento vale meno di una bomba».