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28/06/2025 ore 12.05
Politica

Terremoto politico nel Pd di Cassano: dopo Mungo anche Fasanella lascia i dem denunciando interessi personali e «indecenze»

Il partito continua a perdere pezzi importanti nel post-sconfitta elettorale: l'ex assessore segue il vicesindaco, accusando il partito di interessi personali e voto «a destra»

di Franco Sangiovanni

Il Partito Democratico cassanese sta vivendo un vero e proprio smottamento interno all'indomani della recente sconfitta elettorale. Dopo le dimissioni del vicesindaco e assessore al Bilancio, Antonino Mungo, ora è l'ex assessore alle politiche sociali, Elisa Fasanella, a voltare le spalle al partito, lanciando accuse pesantissime che squarciano il velo sulle dinamiche interne, il tutto affidato a una lettera aperta fatta circolare. L'abbandono di figure di spicco della passata amministrazione rivela una crisi profonda, con gli ex tesserati che puntano il dito contro le gestioni interne, seppur senza fare esplicitamente nomi.

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La decisione di Elisa Fasanella di lasciare il Partito Democratico e di non rinnovare la tessera è stata comunicata con una lettera che non lesina critiche. La sua riflessione, maturata dopo la sconfitta, evidenzia un marcato «distacco tra gli ideali» che l'hanno spinta all'impegno politico e «l'agire quotidiano di molti membri, sempre più orientato verso interessi personali anziché verso il bene collettivo». Una dicotomia che ha reso insostenibile la sua permanenza in un progetto che, a suo dire, «sembra non riuscire a coinvolgere davvero le nuove generazioni», riportando le riunioni indietro di vent'anni.

Elisa Fasanella non si tira indietro nel delineare un quadro preoccupante del Pd locale: «Il Partito democratico di Cassano deve interrogarsi sulla sua identità e sul suo ruolo – scrive – poiché la mancanza di un cambiamento significativo ha come conseguenza l'allontanamento di chi desidera impegnarsi in modo autentico».

 Critica apertamente la logica interna, affermando: «È un partito in cui emerge solo chi assume un atteggiamento 'remissivo', mentre chi, come me, ha una mente libera non riceve sostegno».

Fasanella porta a esempio il caso dell'ex segretario Antonino Mungo (anch'egli dimesso), definendolo una "mortificazione": «Era designata una sua candidatura a sindaco alla guida di una coalizione civica, ma questa è stata bocciata. Forse il primo caso in Italia – continua nella lettere aperta – in cui il partito stesso boccia la candidatura del suo segretario».

Le accuse si fanno ancora più gravi riguardo la recente campagna elettorale, dove Fasanella denuncia «comportamenti indecenti da parte di taluni esponenti del PD locale. Hanno preferito votare a destra – la forte affermazione – anziché sostenere e votare i propri militanti e la coalizione riformista».

Sottolinea, inoltre, la «mancanza di partecipazione attiva e sostegno nei confronti di candidati interni del Partito Democratico, molti dei quali avevano dimostrato impegno e competenza nei ruoli amministrativi. Resto convinta che la politica debba essere innanzitutto un servizio alla comunità – ribadendo la sua visione della politica –  non un mezzo per coltivare esigenze di carrierismo e rancori personali»

Infine, Fasanella chiude con una previsione amara: «Sento che per me è arrivato il momento di intraprendere una strada diversa, sicura del fatto che finché all'interno resteranno 'i soliti noti' della politica, non ci sarà mai una svolta». Nonostante l'amarezza, conclude la sua lettera con un messaggio di speranza rivolto ai giovani, incoraggiandoli a mantenere l'interesse per la politica e a credere nella propria autenticità.

Le defezioni di figure come Mungo e Fasanella, entrambi con ruoli chiave nella precedente amministrazione, evidenziano una spaccatura profonda all'interno del Pd cassanese. Le accuse di interessi personali, mancanza di meritocrazia e persino di "tradimento" elettorale gettano un'ombra pesante sul futuro del partito locale, che dovrà ora affrontare una crisi d'identità e un difficile percorso di ricostruzione per non rischiare l'irrilevanza politica.