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05/05/2025 ore 21.34
Politica

Tirocinanti, i sindaci del Cosentino lanciano l’allarme: «I fondi bastano solo per 18 mesi, qualcuno vuole fregarci»

Lo stanziamento una tantum di 25mila euro per ogni lavoratore da stabilizzare è sufficiente per un anno e mezzo, poi i Municipi non avranno più soldi per pagare gli stipendi. Primi cittadini preoccupati: «Rischiamo di finire tutti in dissesto». E l’Anci chiede risorse per 10 anni

di Massimo Clausi

Si sono autoconvocati nella Sala Nova della Provincia di Cosenza, un nutrito gruppo di amministratori del Cosentino che contestano la soluzione individuata da Regione e sindacati per la stabilizzazione dei Tis (tirocinanti di inclusione sociale). Sono circa 2000 in tutta la Calabria e spesso svolgono compiti fondamentali per mandare avanti l’attività dei Comuni. Il problema quindi è squisitamente di natura economica.

L’accordo prevede l’accompagnamento verso la pensione per tutti i lavoratori over 60 con un assegno fra i 600 e i 700 euro. Per tutti gli altri verranno stanziati 25.000 euro una tantum per ogni lavoratore stabilizzato. Il problema è che con questa cifra un Comune riesce a coprire il costo di un anno e mezzo di un lavoratore part time. E poi? Come coprire le spese per tutto il resto del tempo?

E’ evidente che servono più risorse, hanno detto i sindaci, per risolvere un problema che non è stato creato da noi visto che stiamo parlando di lavoratori in mobilità che sono stati poi affidati ai Comuni. C’è un rischio anche sociale, dice qualcuno, perchè si vuole lasciare il cerino in mano ai sindaci.

Tirocinanti Calabria, Anci chiede alla Regione di intercedere col Governo: «Servono più risorse per le stabilizzazioni»

La Regione, difatti, a breve farà una manifestazione d’interesse a cui i sindaci dovranno aderire per stabilizzare questi lavoratori. Ma il 48% dei Comuni calabresi sono in dissesto o predissesto, altri sono di piccolissime dimensioni. Lo ribadisce in apertura dell’incontro la presidente della Provincia, Rosaria Succurro, che ha relazionato i colleghi sull’incontro avuto in mattinata, nelle sue vesti di presidente dell’Anci, alla Regione con l’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese.

«L’Anci ha ribadito con chiarezza - ha detto - che questa soluzione non è sufficiente. Serve chiedere al Governo risorse più importanti e per un arco di tempo più lungo. Noi abbiamo ipotizzato dieci anni, in modo da assorbire questi lavoratori man mano che i dipendenti vanno in pensione». Una soluzione però non facilissima perché se va in pensione il comandante dei Vigili Urbani, il direttore dell’ufficio tecnico o un ragioniere si deve sostituire con una professionalità adeguata. Le qualifiche di questi lavoratori, invece, sono mediamente basse.

«Non vogliamo passare come quelli cattivi - dice Lucio Di Gioia, sindaco di Cerisano - che non vogliono stabilizzare i lavoratori, ma non possiamo mettere a rischio la tenuta dei conti. Cosimo De Tommaso, sindaco di San Lucido mi ha detto che ha dovuto affrontare un dissesto perchè i suoi predecessori avevano stabilizzato dei lavoratori senza preoccuparsi delle risorse future. Adesso ogni anno deve trovare almeno quattrocentomila euro per tenere i conti in equilibrio. Il problema va risolto seriamente, senza scaricarlo sui sindaci»

Insomma servono i quattrini, ma dove trovarli? Il deputato di Forza Italia, Francesco Cannizzaro già aveva provato ad inserire un emendamento nella Finanziaria, ma è stato cassato. Le prospettive non sono affatto buone.

I sindaci insistono nel chiedere a Regione e Governo una soluzione che sia di sostanza e non di semplice facciata.