Tridico (M5S): «La Calabria affonda e Occhiuto pensa a nuove poltrone per il suo cerchio magico: li fermeremo»
L’europarlamentare parla a nome dell’intergruppo di opposizione: «Cambieranno la Costituzione regionale a pezzi senza referendum: queste manovre sono un insulto a un popolo che vive con una sanità al collasso e città senz’acqua»
«Nel prossimo Consiglio regionale non si discuterà dei problemi veri della Calabria — sanità al collasso, città senz’acqua, strade impraticabili, comunità abbandonate — ma dell’ennesima operazione di potere: allargare la giunta da sette a nove assessori e creare due nuovi sottosegretari. Altro che interesse pubblico: siamo di fronte all’ennesimo pacchetto di poltrone per tenere insieme il cerchio magico della maggioranza. Sono profondamente deluso e sinceramente scioccato da questo modo di fare: non è certo un bell’esordio da parte del presidente, che avrebbe dovuto aprire la nuova fase politico-istituzionale affrontando le emergenze della Calabria e non distribuendo incarichi». È quanto dichiara l’europarlamentare e già candidato alla presidenza della Regione Calabria, Pasquale Tridico, a nome dell’intergruppo consiliare di opposizione.
Per la maggioranza di centrodestra la Calabria ha una sola emergenza: più poltrone per tutti (e i cittadini pagano...)«Per raggiungere questo obiettivo – continua Tridico – la maggioranza intende modificare lo Statuto regionale, nonostante la legge preveda il referendum consultivo. E qui arriva la furbizia: un’altra proposta di legge, infilata nello stesso ordine del giorno, che elimina il referendum per le modifiche parziali dello Statuto, anche quando incidono profondamente sull’assetto istituzionale. In pratica, potranno cambiare la “costituzione” della Regione a pezzi, senza mai dare ai calabresi la possibilità di esprimersi. Un modo per blindare le proprie posizioni, aumentare incarichi e stipendi e assicurarsi nuove fedeltà politiche, mentre fuori da palazzo la Calabria continua a sprofondare. Queste manovre sono un insulto a un popolo che aspetta risposte e non giochi di potere. Le denunceremo in ogni sede e valuteremo tutti gli strumenti, compreso un ricorso mirato, per fermare questa deriva».