Ultima sfida al saloon di Perfidia: il confronto Occhiuto-Tridico-Toscano come un western elettorale made in Calabria
Il triello visto come al cinema: Il governatore uscente sfoggia il sorriso di Lex Luthor, lo sfidante del campo largo è il Keating de L’Attimo Fuggente, il candidato di Dsp fa il guascone mentre il dibattito rintocca tra sanità, bacchette magiche e colpi a salve
Raccolti in una stessa stanza infuocata per ravvivare le ceneri di una campagna elettorale più soporifera di una maratona di punto a croce, nel salotto di Perfidia condotto da Antonella Grippo, lo stallo alla messicana da Il Buono, il Brutto e il Cattivo in salsa elettorale calabra, si svela come un duello fra due avversari che accarezzano la Colt e il terzo che finge di voler sparare a entrambi, ma conserva un colpo a salve per amicizia e uno buono per spaventare i corvi, tanto per fare caciara.
Mentre spira il vento caldo di una Calabria che ha ancora addosso i segni del costume, prima della solita liturgia delle preferenze da dare all’amico che l’ha chiesto, al socio che ti conosce da una vita, alla sorella del cognato del sindaco che non-si-sa-mai, Occhiuto-Tridico-Toscano fanno fondino delle parole trend topic di questa campagna: sanità, bacchetta magica, Ponte sullo stretto, turismo e soldi che dalle tasche dei calabresi continuano a volare altrove (altro che Ryanair).
Perfidia: nel confronto finale tra Occhiuto, Tridico e Toscano la politica non è più rissa, ma teatro della ragione e dell’animaNel deserto artico in cui giace da settimane l’interesse per elezioni che hanno disturbato un po’ tutti - Sinistra, Destra e soprattutto le mamme che si devono sorbire i figli a casa perché la scuola è seggio elettorale - il confronto fra i tre si apre con le note sulfuree di Zucchero ad accompagnare l’uscente dimissionario, col sorriso sardonico di Lex Luthor, il sopracciglio spettinato e l’aria di chi vuole solo mandare i bambini a letto.
Ma Occhiuto non è il villain di Superman e non è nemmeno il fine stratega Frank Underwood di The House of Cards, a cui lo avvicinano solo le camicie a nido d’ape; nei confronti di Tridico - per tutta la campagna elettorale - è stato invece più il Biff di “Ritorno al Futuro” quando strapazza McFly sicuro di avere in tasca l’Almanacco vincente. Ostenta tranquillità nel confronto a viso aperto, ma non ha la freddezza di Lee Van Cleef, e quando tira fuori la pistola, da qualche tempo gli trema un po’ troppo la mano.
Pasquale Tridico, chiamato in modo sprezzante dall’avversario “il professore”, come se invece di un docente universitario fosse il ladro della Casa di carta, controbatte con l’aria bonaria del capitano-mio-capitano Keating dell’Attimo Fuggente, invitando i calabresi a salire sui banchi e ribaltare il punto di vista e soprattutto cambiare i protagonisti di una Cittadella tutta in subbuglio, piena di dirigenti impauriti nascosti sotto le scrivanie o dietro le sedie di design comprate a 1000 euro al pezzo, rimessi in riga dalle dimissioni dell’uscente governatore. Metodo destinato ad entrare nei manuali della Pubblica amministrazione ed esportabile anche nelle scuole, dove la maestra non dovrebbe più gridare per riportare la classe all’ordine, ma solo andarsene.
Miracolo a Perfidia: tra reddito di merito e sanità all’anno zero Occhiuto, Tridico e Toscano parlano (finalmente) di politicaIl professore Tridico ha battuto in pellegrinaggio per tutta l’estate i paesi dell’entroterra, e adesso conosce nomi e soprannomi degli anziani dei bar di ogni piazzetta calabrese, i vincitori dei tornei di bocce delle ultime sette edizioni in quattordici comuni, ha imparato l’arbereshe, il grecanico, s’è convertito ai riti ortodossi e s’è comprato un vestito da pacchiana che potrebbe indossare in caso di vittoria sfilando in Ape Cross da Campana a Palizzi.
Nel Saloon di Perfidia c’è poi il terzo pistolero, che dovrebbe essere Eli Wallach truccato da Aldo Baglio, in cerca dell’oro sepolto o di qualcuno che gli dica che finalmente si torna al baratto: Toscano è l’elemento comedy del triello. Si gode lo spettacolo sfoggiando una verve da intrattenitore-guastafeste, un po’ guascone, un po’ presentatore da crociera (“venga a cantare lei signora, là in fondo”). La cosa più cattiva che dice a Occhiuto, suo compare d’anello, è “amministratore”, ma si inalbera se Tridico gli dice che su qualcosa sono anche d’accordo. La parola “keynesiano” la pronuncia solo due volte (stiamo migliorando), cerca di dimostrare che non partecipa per vincere, ma se volesse… dimenticando che la sua pistola è scarica dall’inizio.
Allo scadere dell’incontro, nel cerchio di sabbia in cui si rincorrono i primi piani dei tre bravi ragazzi calabresi, stanchi, pallidi e sudati, resta solo un albero secco, uno sbuffo di sabbia e un cimitero di croci, quelle che metteremo il 5 e 6 ottobre, anche solo per finirla qua. Amen.