Unical, centrodestra spaccato sul nuovo policlinico universitario. Occhiuto: «Vedremo in Consiglio regionale»
Laconico commento del presidente della Regione in merito alla vicenda che ha riacceso la tensione sull’asse Cosenza-Catanzaro, a margine dell’Assemblea Generale delle Università del Mediterraneo ospitata all’ateneo di Arcavacata
L’appuntamento con l’Assemblea Generale di Unimed, l’Unione delle Università del Mediterraneo, ospitata all’ateneo di Arcavacata, coincide con il trentennale del Processo di Barcellona. Ma al di là della caratura internazionale dell’evento, sottolineata dalla presenza di relatori del calibro di Romano Prodi e dell’ex ministro Francesco Profumo, c’è l’attualità locale a tenere banco, con il commento, sia pure estremamente asciutto, del presidente della Regione Roberto Occhiuto e del rettore Nicola Leone in merito alle perplessità sollevate nelle ultime ore sull’iter legislativo per l’istituzione dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cosenza.
Commento lapidario
Lapidario il governatore: «Vedremo in Consiglio», si limita a dire al nostro network prima di sfuggire come un’anguilla ad altre domande relative agli ultimi sviluppi delle inchieste della Procura di Catanzaro che riguardano alcuni suoi stretti collaboratori. Per Leone, i tentativi di ostacolare il cammino verso la costituzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria sono impropri poiché «si tratta di un’azione molto positiva di cui beneficerebbe tutta la Calabria. Trovo sterili queste polemiche di campanile davanti ad un processo che non nuoce a nessuno».
Riflettori internazionali
La due giorni della Convention riunisce i rappresentanti di oltre 150 università di 23 paesi tra i quali Iraq, Giordania, Egitto, Palestina, Libano, Tunisia. Ai lavori inoltre partecipano importanti organizzazioni internazionali come l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, la Commissione Europea, le principali reti universitarie del mediterraneo, tra cui l’European University Association (EUA) e l’Association of Arab Universities (AArU). Quella di Rende, insieme a quella di Messina, annovera il maggior numero di iscritti stranieri tra gli atenei del Sud Italia.
Nel Campus di Arcavacata convivono pacificamente studenti di Russia e Ucraina, israeliani e palestinesi, cattolici e musulmani. Nella formazione e nell’istruzione una delle possibili chiavi per alimentare i processi di pace: «Mai come in questi ultimi anni – ha sostenuto Roberto Occhiuto - il Mediterraneo è centrale nel dibattito dell'Europa. Io lo sostengo da tempo, perché noi viviamo in una regione che ha porti materiali come quello di Gioia Tauro e porti del sapere straordinari che possono costituire un prezioso Hub di sviluppo per l'Europa sul Mediterraneo. Sono contento che finalmente questa consapevolezza si radichi anche nella politica nazionale e nel mondo accademico. E sono particolarmente felice perché per tre giorni l'Università della Calabria diventa la capitale delle università del Mediterraneo».
L’investimento nelle conoscenze
«L’Assemblea Generale Unimed 2025, insignita della Medaglia del Presidente della Repubblica – ha ricordato Occhiuto – si conferma come un’occasione decisiva per rilanciare la diplomazia accademica come leva per lo sviluppo, l’inclusione e il dialogo interculturale. Un’occasione per elaborare una vera strategia strutturata capace di rendere protagonisti quei Paesi nella vita delle istituzioni europee. Il vero Piano Mattei che l'Europa deve attuare, deve riconoscersi nell'investimento nelle conoscenze, nei porti del sapere e nei porti della logistica. Noi siamo ricchi di porti del sapere e di porti fisici. Dobbiamo avere, come istituzioni politiche, la capacità di guidare questi processi magari anche creando una specifica strategia euro-mediterranea. Quello che io sto chiedendo, insieme a tanti presidenti delle regioni mediterranee in questo organismo che ho l'onore di presiedere, la Commissione Intermediterranea che è un organismo europeo che riunisce i presidenti delle regioni del Mediterraneo dell'Europa ma anche qualche presidente di regioni di paesi che si affacciano sulla sponda sud del Mediterraneo, è di costituire una macro regione europea che ci dia la possibilità di avere delle modalità, dei piani di azioni comuni per svolgere meglio il ruolo di frontiera in Europa rispetto ai flussi migratori, per svolgere meglio in Europa il ruolo di chi deve governare territori dove i cambiamenti climatici oggi invocano sfide che 30 anni fa erano sconosciuti o meno prioritarie. Questo bisogna fare e questo si può fare soprattutto se c'è una forte azione di stimolo da parte di chi queste competenze allena all'interno del sistema universitario».
Il Mediterraneo non sia un insieme di isole
L’ex presidente del Cnr Francesco Profumo, già ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel Governo Monti tra il 2011 e il 2013, ha sottolineato l’importanza di Unimed, «una organizzazione – ha detto – che si è consolidata nel tempo e che nel corso degli anni, ha consentito di avviare progetti capaci di unire studenti, docenti, tecnici, ricercatori, innovatori, provenienti da paesi apparentemente inconciliabili. Mi auguro che dai lavori di questo appuntamento – ha concluso – possano emergere tutte quelle realtà qualitativamente rilevanti e necessarie affinché il Mediterraneo non diventi un insieme di isole, ma un unicum in grado anche di mettere ordine nella complicata situazione geopolitica che coinvolge l'Europa, certamente l'Africa, ma anche il Medio Oriente».