Vertenza Telecontact, Pitaro: «Tim non può giocare col fuoco mettendo a rischio 1600 lavoratori»
Per l’esponente dem «ogni scelta aziendale presenta rischi evidenti su future commesse pubbliche e su gare dall’esito imprevedibile»
«Tim non può giocare col fuoco. E non solo perché ha tra i suoi azionisti lo Stato attraverso Poste italiane, ma soprattutto perché, mettendo a rischio il futuro dei circa 1600 lavoratori di Telecontact di cui 500 nel capoluogo della Calabria, prefigura, in una congiuntura occupazionale complicata soprattutto nel Mezzogiorno, una bomba sociale dietro l’angolo». È quanto afferma Francesco Pitaro, esponente Pd, già consigliere regionale.
Vertenza Telecontact, proclamato lo sciopero: il 17 novembre in piazza e poi astensione dal lavoro per due orePer Pitaro, i «dipendenti di Telecontact Center Spa - che Tim intende conferire nella nuova società Dna Srl - e la mobilitazione indetta dai sindacati per il 17 novembre, vanno sostenuti con una solidarietà istituzionale e politica tempestiva e concreta, che implica anche, qualora ce ne fosse bisogno, la tutela legale nelle sedi giurisdizionali dei diritti di persone che non possono essere vittime di decisioni sospette di delocalizzazioni mascherate. Ogni scelta aziendale - specialmente se si è in presenza di fondi pubblici - e questa di Tim, come rilevano i sindacati, presenta rischi evidenti su future commesse pubbliche e su gare dall’esito imprevedibile, visto che la nuova società è priva di solide garanzie industriali e con un capitale sociale di appena 10.000 euro - può essere valutata alla condizione che si faccia prevalere il senso di responsabilità costituzionale, che chiede di antepone gli interessi collettivi al profitto e di salvaguardare l’occupazione assicurando stabilità e dignità contrattuale ai lavoratori».
L’esponente Pd evidenzia: «Occorre, pertanto, un forte impegno politico, per frenare il tentativo di Tim di allontanare i lavoratori lasciandoli senza lavoro e futuro. Fermo restando ciò, è evidente che l'operazione attivata da Tim dovrà essere valutata anche sotto il profilo tecnico/giuridico e, sin d'ora, esprimo la mia disponibilità a sottoporre l'intero intervento che si sta svolgendo a danno dei lavoratori alla cognizione del Prefetto, dell'Ispettorato del Lavoro e dei Tribunali, per stoppare un progetto che ha messo in allarme lavoratori e famiglie, ponendo a rischio il diritto al lavoro e ad una esistenza libera e dignitosa».