Vincenzo Sofo, il ritorno dell’ex europarlamentare calabrese: è “diplomatico culturale” per il ministro Giuli
Dopo il passaggio dalla Lega a Fdi e la bocciatura nella tornata elettorale del 2024, il marito di Marion Maréchal si aggiudica una consulenza da 30mila euro al Mic
Dieci anni e mezzo fa (il 25 settembre 2014) inscenò, assieme ad altri due giovani del circolo culturale Il Talebano, il “rapimento” dei Bronzi di Riace dal Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Dopo quel blitz puramente dimostrativo pensato per sostenere un’iniziativa di Vittorio Sgarbi che avrebbe voluto portare le statue all’Expo 2015 di Milano, Vincenzo Sofo tornerà a occuparsi di cultura.
In vesti diverse e più istituzionali: ai tempi era un leghista di origine calabrese (qualifica rarissima nel 2014) eletto in Consiglio di zona 6 a Milano, oggi è un ex europarlamentare che le urne non hanno premiato dopo il trasloco dal Carroccio ai ranghi di Fratelli d’Italia. Alla Lega era arrivato dalla Destra di Francesco Storace, ponendosi sotto l’ala di Matteo Salvini, che non era ancora leader né vicepremier ma un semplice consigliere comunale in rampa di lancio.
Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e ora ritroviamo il politico di origine calabrese nelle funzioni di “diplomatico culturale” (esattamente “consigliere del ministro per la diplomazia culturale”) sotto le insegne del ministero retto da Alessandro Giuli. Una consulenza finita sulle pagine de l’Espresso nei giorni scorsi come promemoria: le sfortune dei politici rimasti senza seggio si convertono a volte in incarichi pubblici in attesa di tempi elettorali più propizi. Nel caso di Sofo il sito del ministero riporta un compenso pari a 30mila euro per la sua opera diplomatica: nulla di paragonabile agli stipendi elargiti a Strasburgo.
Lì, al Parlamento europeo, Sofo arriva su una doppia onda: quella del successo salviniano del 2019 e quella del patto sovranista tra Lega e Front National. Il suo legame con Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen e giovane deputata dell’ultradestra francese, lo fa diventare alfiere di una sorta di patto transnazionale per riedificare le fondamenta dell’Unione europea. La connessione col Carroccio, però, si affievolisce fino a spezzarsi quando Salvini va al governo con Mario Draghi. Sofo non ci sta e si accasa in Fratelli d’Italia. In quanto a fiuto la scelta è la migliore possibile: la Lega crolla e Fdi decolla. A lui però va male: i voti raggranellati alle Europee del 2024 non sono sufficienti per confermare il seggio. Peccato, perché nella stessa tornata europea Marion Maréchal, che nel frattempo è diventata sua moglie, riesce a guadagnare lo scranno a Strasburgo. Sofo resta fuori ma si consola con il ruolo di “diplomatico culturale”: lontanissimo - sia per prestigio che per “stipendio” - dai fasti europei ma è pur sempre un modo per restare nel giro in attesa di momenti migliori.