L’Eternauta: la resistenza di Oesterheld torna su Netflix tra neve tossica e fantasmi del passato
Dopo cinque anni di lavorazione è arrivata sugli schermi la serie argentina che riprende il celebre fumetto degli anni ‘50, un mix di fantascienza e critica politica. Un’opera che racconta la lotta contro un’invasione mortale e la resistenza in un contesto di dittatura. La storia del fumetto e della tragica fine del suo autore considerato oggi un simbolo per tutta l’Argentina
Ammiccano le stelle nel cielo di Buenos Aires. È la serata giusta per stare tra amici, giocare a truco, chiedere una rivincita, ordinare una bottiglia di quelle buone. Alfredo Favalli (Cesar Troncoso), Juan Salvo (Ricardo Darin), Polski (Claudio Martínez Bel) e Lucas (Marcelo Subiotto), assieme al poco di buono Omar (Ariel Staltari), non sanno che quella partita non la finiranno mai.Non sanno che il mondo, per come l’hanno conosciuto, finirà quella notte.
Fiocchi di neve iniziano a scendere lentamente da una coltre biancastra. Non è una tormenta qualunque, è qualcosa di tossico che sa di morte. In strada in pochissimi istanti non si contano più i cadaveri. Qualcuno ha l’istinto di uscire, raggiungere i familiari. Viene bloccato appena in tempo. Basta solo essere sfiorati da quella strana neve per stramazzare al suolo.
Così comincia l’Eternauta, la serie argentina prodotta da Netflix e diretta da Bruno Stagnaro, tratta dal famoso fumetto scritto da Héctor Germán Oesterheld, più che un artista, un simbolo di resistenza. Non è solo una storia di fantascienza distopica, è una potente critica politica alla società argentina del post-Peron, alle dittature, alle censure.
La serie, rinnovata per una seconda stagione, rappresenta la più imponente produzione mai girata in Argentina. Stagnaro, dopo cinque anni di lavoro, consegna al pubblico planetario una serie di ottima fattura, attualizzata e ambientata proprio in Argentina su richiesta degli eredi di Oesterheld che per anni hanno rifiutato qualsiasi proposta di adattamento per lo schermo del fumetto. Ricardo Darín veste i panni - e la maschera antigas - di Juan Salvo, un uomo qualunque che deve sopravvivere e per farlo ha bisogno di un gruppo. Non è un eroe solitario, un guerriero ardito e senza paura, è solo un padre e un marito che vuole proteggere la sua famiglia e i suoi amici perché «nessuno si salva da solo».
Godibile e arricchita da effetti scenografici che sfruttano sfondi dinamici sincronizzati, CGI all’avanguardia e riprese dal vivo durante il Covid – per catturare l’autenticità dell’abbandono e della desertificazione urbana – la serie, purtroppo, a tratti mostra qualche debolezza nella scrittura, soprattutto nei dialoghi e nella costruzione di alcune scene d’azione che risultano troppo caotiche. Tuttavia, mantiene un buon ritmo e non perde mai il filo. Non è poco, considerando l’enorme eredità di un fumetto cult che, per l’Argentina, è stato ben più di una semplice storia sci-fi. L’Eternauta è ancora oggi considerato un simbolo di resistenza e lotta e nacque in una sera stellata. Facciamo un passo indietro.

Nel 1958 Oesterheld inizia a buttare giù la bozza di un racconto a fumetti su un’invasione aliena. «Sono stato affascinato dall’idea di una famiglia che improvvisamente si ritrova sola al mondo, circondata dalla morte e da un nemico sconosciuto e irraggiungibile. Ho pensato a me stesso, alla mia famiglia, isolata nel nostro chalet, e ho iniziato a pormi delle domande».
Quelle domande diventano settanta vignette di una storia che comincia con l’apparizione in casa di un fumettista – Oesterheld - dell’Eternauta, un viaggiatore del tempo, che tenta di avvertire della catastrofe in arrivo. Alle matite c’è Francisco Solano López con cui Oesterheld aveva già collaborato.
L’Eternauta debutta su Hora Cero Semanal il 4 settembre del 1957, in versione fumetto a puntate. La gente impazzisce per la storia, ma la casa editrice a un certo punto decide di chiudere i battenti e mandare tutti a casa. Gli artisti cercano lavoro altrove e anche López fa i bagagli e si trasferisce in Europa. L’Eternauta sembra destinato a morire, e invece vende cara la pelle e ritorna. Il seguito della storia diventa una sorta di inquieto travaglio. Sulle prime Oesterheld ne fa una versione romanzesca, poi torna alle strisce.
Nel 1969 con Alberto Breccia al suo fianco, il fumetto torna in pubblicazione. L’invasione aliena e la forza di un gruppo di persone qualunque che insieme trovano il coraggio e la forza di contrastare il pericolo arrivato dal cielo, assumono un feroce tono politico di critica nei confronti dell’imperialismo e dei regimi dittatoriali. Mentre imperversa l’invasione delle creature arrivate dallo spazio, nel fumetto monta la critica nei confronti degli altri Paesi, rei di aver abbandonato l’Argentina al suo destino pur di salvarsi. Eppure, ironia del destino, fu proprio all’estero che il fumetto conobbe il grandissimo successo (in Italia apparve su Lancio Story).
Nel 1975 in Argentina ritorna López che riprende in mano le tavole dell’Eternauta. La storia non è ancora arrivata alla sua conclusione. Non certo per Oesterheld che nel frattempo è entrato nelle file dei Montoneros, la guerriglia rivoluzionaria peronista e cattolica romana di estrema sinistra argentina. Nel 1976 il golpe del generale Jorge Rafael Videla insanguina l’Argentina. Il gioco a quel punto si fa duro, non solo per l’Eternauta, ma anche per il suo creatore costretto alla fuga. Oesterheld scrive il finale della storia poco prima di essere catturato e di sparire per sempre. Non si saprà mai cosa gli accadde. Diventa un desaparecido come le sue quattro figlie, svanite nel nulla. A qualcuno piace pensare che sia diventato anche lui come il suo personaggio, un’Eternauta, incastrato nelle pieghe del tempo, un rivoluzionario che si trovò a combattere nemici più feroci di quelli venuti dallo spazio.