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27/07/2025 ore 18.00
Salute

Olismo: un approccio naturale e globale alla salute, tra formazione e responsabilità personale

Il settore olistico italiano sta guadagnando terreno grazie alla Legge 4/2013, che ha migliorato la regolamentazione delle arti del benessere. A Locri, si terrà un corso di Reiki che segna un passo importante nella professionalizzazione del settore

di Redazione

Oggi parleremo di Olismo e della sua organizzazione in Italia. Si parla di olismo, ma non è chiaro cosa si intenda. Olismo è un termine che deriva dal greco olos, traducibile con tutto come intero, come unità. Infatti le arti olistiche hanno una visione dell’uomo come essere intero, unico, non frazionabile in parti, dove l’intero è molto di più delle singole parti. Hanno una visione sistemica dell’individuo, secondo la quale ogni parte è in interazioni con le altri e con l’intero.

Il mondo dell’olismo è variegato e presenta diverse professionalità e differenti attori. Contempla trattamenti individuali, come nel caso dello Shiatsu e del Reiki, pratiche di gruppo, come lo Yoga, e il ricorso a prodotti e integratori, quali olii essenziali, elisir di minerali, fiori di Bach. Per quanto mi riguarda, alla base deve esserci il percorso spirituale di ciascun operatore e la competenza teorica e pratica, maturata con corsi ad hoc ben strutturati.

Dal punto di vista normativo, tale mondo si rifà alla Legge del 14 gennaio 2013 n. 4 o Legge 4/2013 che ha apportato migliorie nel campo e riempito una lunga deregulation del settore, tra l’altro mettendo al centro le associazioni di categoria invece delle professioni, proponendo un sistema di attestazione della qualità e della qualificazione dei servizi offerti ed evidenziando l’importanza dell’aggiornamento professionale.

È importante non sovrapporre il mondo dell’olismo, che si sta via via strutturando nel nostro Paese, e le sue pratiche col movimento eclettico e poco coerente dottrinalmente della New Age che, nonostante in nuce avesse come obiettivi la trasformazione interiore, l’espansione della coscienza, l’armonia col proprio sé e col tutto, e la ricerca di una nuova consapevolezza, ha mietuto vittime, arrivando, a volte, a manipolare gli aderenti e mistificando la realtà. Sono le persone il problema e non certo le filosofie o i movimenti culturali e spirituali.

L’Italia è un caso a sé rispetto al resto del mondo, soprattutto nei paesi anglofoni, sotto il cappello CAM, acronimo di Complementary and Alternative Medicine, sono annoverate oltre 130 pratiche. Quindi non c’è separazione tra professionalità orientate tutte al benessere totale del cliente/paziente.

In Italia invece abbiamo alcune medicine alternative riconosciute, fra cui l’agopuntura, la fitoterapia, la medicina antroposofica, la medicina ayurvedica, l’omeopatia, la medicina tradizionale cinese, l’omotossicologia che sono appannaggio solo dei medici.

Affianco a queste, ma in un altro status normativo e di considerazione sociale, vi sono le discipline bio-naturali e olistiche, sulla cui efficacia si è ancora molto scettici, nonostante l’esistenza di diverse pubblicazioni scientifiche che portano chiare evidenze in tal senso e di arti del benessere, come lo shiatsu, che prevedono percorsi di formazione di oltre 800 ore tra teoria e pratica.

Sono in una fase di regolamentazione pseudo-sanitaria la Chiropratica e l’Osteopatia che sono percorsi universitari in altri paesi europei o negli Stati Uniti d’America.

Vediamo adesso come si struttura l’olismo e che tipi di pratiche prevede. Intanto alla base c’è, nella maggior parte dei casi, una solida formazione teorica e pratica.

Da sociologo, la mia visione è sistemica e prevede la presenza di scuole di formazione, di liberi professionisti, diassociazioni (professionali o di categoria), di federazioni(professionali) e di movimenti (politici o di opinione). Il Settore Arti Olistiche dell’ASI (asiartiolistiche.it) sta rispondendo in modo coerente ai bisogni di questo mondo, facendo la differenza per trasparenza e sviluppo di competenze.

Tra le pratiche troviamo alcune che l’utente può fare da solo, come la meditazione e il Reiki che contempla l’auto-trattamento; trattamenti individuali che il cliente riceve da un operatore, quali il Reiki, lo Shiatsu, la Riflessologia plantare, il massaggio ayurvedico; e trattamenti di gruppo guidati, come lo Yoga o il Pilates.

Al di là della competenza del singolo professionista, il successo dell’accompagnamento bio-energetico dipende al 50% dal ricevente perché si tratta di pratiche che restituiscono al cliente la responsabilità del proprio stato di salute. E non dimentichiamo questo assunto: è la relazione che cura.

Sempre più persone si rivolgono a professionisti. Non credo sia l’effetto di una moda, ma la risposta a una necessità di presa in carico sempre più evidente a cui i sanitari e gli psicologi spesso non riescono, per questioni logistiche, a far fronte. Si tratta di un approccio basato sulla persona e non sulla malattia, un approccio naturale e globale, relativamente economico e che punta all’autonomia del soggetto che ne fa richiesta. Si parte dal corpo come portale per intervenire sulla quiete mentale, sulla focalizzazione, sul lucido pensiero e sull’armonia emozionale. I corpi amanoessere toccati: da un tocco professionale e attento, come risposta abbiamo la produzione di ossitocina, l’ormone della felicità. Questa è bio-chimica, non magia! Per noi il corpo è sacro perché è il tempio dell’anima.

È necessario far nascere associazioni di categoria professionali, come Reiki Professionisti Reikologi, orientate a saggiare la formazione degli aderenti e a completarla se è il caso; a tutelare l’utenza; e a proporre in modo obbligatorio a propri soci l’aggiornamento professionale continuo e permanente.

I professionisti in queste arti devono investire in formazione e acquisire un linguaggio tecnico che permetta loro di interagire con altri soggetti, in particolari con i sanitari. Solo allora si potrà iniziare a vedere legittimate tali professionalità e integrarle nei percorsi di cura dei soggetti bisognosi per una velocizzazione del processo di guarigione o per un più completo accompagnamento nel percorso terapeutico.

Accanto ai percorsi individuali di cui parlammo di recente, stiamo organizzando, in modalità blended learning, un corso di primo livello Reiki dello stile tradizionale UsuiShiki Ryoho. La parte pratica di circa dieci ore si terrà a Locri il 3 agosto. Precedentemente gli interessanti dovranno visionare circa otto ore di video per la parte teorica sui cui si rifletterà insieme dal vivo. Per completare le quaranta ore richieste per l’attestato di frequenza ASI, per tutto il mese di agosto saranno proposti dei moduli, anche in remoto, di approfondimento.

*dottore di ricerca in Scienze e Progetto della Comunicazione, Sociologo della salute