Aggressioni a medici e infermieri, emergenza quotidiana: in Calabria gli ospedali sono diventati una trincea
VIDEO | Gli ultimi due eventi in provincia di Cosenza riaccendono i riflettori su un problema mai veramente sopito, con numeri preoccupanti per la nostra regione
Stavolta nessuna aggressione fisica, per fortuna, ma un caos scatenato senza alcuna ragione che riconduce a una forma di violenza. Quella è arrivata, purtroppo, pochi giorni dopo. La distruzione dello spogliatoio del Pronto Soccorso di Cosenza, dove un uomo è entrato e ha divelto gli armadietti gettandone all'aria il contenuto, e l’attacco a un infermiere al Giannettasio di Corigliano-Rossano avvenuto nelle scorse ore sono solo le ultime aggressioni ai sanitari in Calabria. Una regione che, secondo i report, è molto in alto nelle classifiche di riferimento.
Secondo il report pubblicato lo scorso ottobre, nel 2023 ci sono stati 32 casi di aggressioni ai sanitari in Calabria, la media quindi di quasi tre al mese. Venti le volte in cui l'aggressione è stata propriamente fisica, ma basta riavvolgere il nastro degli ultimi mesi per capire che il fenomeno non si è affatto arrestato, anzi.
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Appena un mese dopo la pubblicazione del report, infatti, a Lamezia Terme è stato aggredito a manganellate da un paziente il primario del Pronto Soccorso locale, Rosarino Procopio. Il 27 gennaio scorso la prima aggressione ai sanitari in Calabria del 2025: un paziente della pneumologia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio ha accoltellato un OSS.
Il 14 febbraio un'aggressione a un'anestesista a Paola, proprio laddove erano state messe in dotazione al personale le Bodycam per testimoniare le violenze subite; il 25 aprile a Lamezia Terme, di nuovo, un 24enne di nazionalità gambiana aveva aggredito due medici e due infermieri. Adesso, nell’ultima settimana, in meno di quarantott’ore gli ultimi due episodi di aggressioni ai sanitari in Calabria, fra spogliatoi distrutti del Pronto Soccorso di Cosenza e la violenza fisica nei confronti di un infermiere in quel di Corigliano-Rossano.
A nulla è valso l'inasprimento delle pene tentato dal Governo, dunque. I lavoratori e le lavoratrici della sanità, in Calabria, continuano a essere continuo bersaglio di violenze.