Ospedale di Castrovillari, analisi tumorali bloccate da 18 mesi: nessuno interviene, ci pensano le associazioni
Nonostante le segnalazioni la centrifuga per le urine è rimasta fuori uso, così il Comitato locale ha deciso di acquistare i microfiltri per risolvere temporaneamente il problema. Laghi: «Chiediamo una soluzione definitiva»
A Castrovillari continua a far discutere e a preoccupare la situazione dell’Unità operativa di Anatomia patologica dell’ospedale, dove da oltre un anno e mezzo è ferma la centrifuga utilizzata per le analisi citologiche delle urine, indispensabili per individuare precocemente eventuali cellule tumorali. Un guasto apparentemente di poco conto, risolvibile con una spesa di poche migliaia di euro, ma che, nonostante sollecitazioni e segnalazioni, non è stato ancora affrontato dall’Azienda sanitaria. E così, quello che avrebbe potuto essere un semplice intervento di manutenzione è diventato un vero disservizio, con ripercussioni pesanti sui pazienti: c’è chi ha dovuto rivolgersi a laboratori privati, chi si è spostato in altri ospedali della provincia, e chi ha rinunciato all’esame, scoraggiato da costi e difficoltà.
A rendere il quadro ancora più paradossale è la mancata fornitura dei microfiltri, piccoli dispositivi dal costo di appena cinquanta centesimi l’uno che avrebbero potuto almeno tamponare l’emergenza permettendo di effettuare una parte delle analisi. Dopo 18 mesi di attesa, a intervenire non sono state le istituzioni, ma la comunità stessa: il Comitato delle Associazioni per la tutela dell’ospedale di Castrovillari – che riunisce Avo, Avis, Amici del Cuore, Associazione Famiglie Disabili, Medici Cattolici e Solidarietà e Partecipazione –, coordinato da Pino Angelastro, ha deciso di acquistare autonomamente i microfiltri, annunciandolo in una conferenza stampa tenuta proprio all’interno dello spoke del Pollino.
Un gesto simbolico ma concreto, nato per garantire almeno un minimo di continuità a un servizio essenziale, e allo stesso tempo per denunciare la gravità di una situazione che mette a rischio la prevenzione oncologica sul territorio. Nel corso dell’incontro è intervenuto il consigliere regionale Ferdinando Laghi, che da tempo segue le criticità del presidio ospedaliero e che aveva denunciato il caso in prima persona. Laghi ha definito la vicenda «un disservizio inaccettabile», sottolineando come sia inconcepibile che un ospedale resti bloccato per la mancata sostituzione di un’apparecchiatura dal costo irrisorio.
La scelta di acquistare i microfiltri, è stato spiegato durante la conferenza stampa, non rappresenta una soluzione definitiva, ma un segnale forte. «Non stiamo solo denunciando: agiamo – hanno dichiarato Laghi e Angelastro –. Se le istituzioni ritardano, le comunità rispondono. Con pochi euro possiamo garantire un servizio essenziale, ma chiediamo anche una soluzione definitiva a questo e agli altri problemi di un presidio fondamentale come quello di Castrovillari».
Accanto alla denuncia, quindi, una richiesta chiara: che l’Azienda sanitaria si attivi immediatamente per sostituire la centrifuga e ripristinare il pieno funzionamento del laboratorio, ma soprattutto che venga garantita una gestione più attenta affinché episodi simili non continuino a indebolire la sanità pubblica in una Calabria sempre affamata di servizi.