Straordinari detassati per gli infermieri, arriva il chiarimento da Palazzo Chigi: conguagli non dovuti alle Asp
La comunicazione della Presidenza del Consiglio dei ministri dà ragione a quanto sostenuto nelle sue denunce dal Nursind, che ora chiede alle Aziende sanitarie la restituzione immediata delle somme trattenute
Alla fine arriva la risposta della Presidenza del Consiglio dei ministri sulla vicenda dei conguagli negativi applicati agli infermieri che effettuano lavoro straordinario in regime di pronta disponibilità. Il caso era stato sollevato dal Nursind dopo la comunicazione dell’Asp di Cosenza sull’avvio del recupero delle somme, scattato nelle buste paga di novembre dopo un’interpretazione restrittiva fornita dall’Agenzia delle Entrate sulla detassazione del 5% prevista dalla Legge di Bilancio 2025. Un’operazione di cui il sindacato aveva chiesto la sospensione immediata.
Infermieri, straordinari detassati… anzi no. L’Asp di Cosenza chiede la restituzione e il Nursind insorge: «Ennesimo attacco»Secondo la lettura dell’Agenzia, le ore di straordinario svolte a seguito di chiamata in pronta disponibilità non rientrerebbero nel perimetro degli emolumenti assoggettati all’agevolazione fiscale. Una posizione che ha spinto diverse Asp ad avviare i conguagli, riducendo di fatto gli stipendi degli operatori sanitari e suscitando la protesta del personale. Il Nursind aveva chiesto la sospensione dei conguagli in attesa di chiarimenti.
E il chiarimento adesso arriva da Palazzo Chigi, e va proprio in direzione opposta rispetto alla lettura dell’Agenzia delle Entrate. Nel documento, si ricorda infatti che la relazione tecnica che ha accompagnato la norma non ha distinto tra le varie tipologie di straordinario previste dal contratto collettivo, ma ha considerato «un unico aggregato complessivo» riferito al personale infermieristico, calcolando la copertura finanziaria sul minor gettito derivante dall’intero monte ore di straordinario.
Detassazione degli straordinari per gli infermieri, il Nursind chiede la sospensione dei conguagliIl chiarimento entra poi nel merito del Ccnl. L’articolo 47 del contratto del Comparto Sanità 2019-2021 – al quale la legge fa riferimento – disciplina lo straordinario «in senso generale», senza introdurre differenziazioni tra modalità o causali. Il comma 5 stabilisce inoltre che, ai fini del computo dei limiti individuali, si deve tener conto anche del richiamo in servizio durante la pronta disponibilità.
Non solo: l’articolo 44 dello stesso Ccnl, dedicato alla disciplina della pronta disponibilità, specifica al comma 6 che «in caso di chiamata tali ore sono retribuite a titolo di straordinario». Ciò implica – sottolinea la Presidenza del Consiglio – che quando l’operatore viene effettivamente convocato e svolge attività oltre il proprio orario, quella prestazione assume a tutti gli effetti natura di lavoro straordinario, ricadendo nella disciplina generale dell’articolo 47 e, dunque, nel perimetro della detassazione.
A procedere ai recuperi erano stati l’Asp di Cosenza e quella di Crotone, quest’ultima, denuncia il Nursind, senza averne neanche dato preventiva comunicazione. Il sindacato chiede ora che le Aziende restituiscano le somme trattenute «ingiustamente» agli infermieri. Una vicenda che sta incidendo pesantemente sulla retribuzione di migliaia di operatori del servizio sanitario, come sottolinea il dirigente del Nursind Nicodemo Capalbo: «Gli infermieri si sono trovati con tre quarti dello stipendio in meno e con un residuo di retribuzione che non solo non arriverà a fine mese, ma nemmeno oltre i primi dieci giorni di dicembre». Da qui la richiesta di procedere celermente alla restituzione delle somme trattenute dopo aver applicato agli straordinari passati una ritassazione del 30%: «Con la stessa velocità con cui si è proceduto ad avviare i conguagli, si proceda ora al rimborso perché quei soldi provengono da sacrifici, da giorni e notti passati in servizio sul territorio».