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02/08/2025 ore 08.07
Sanità

Drapia, la struttura c’è ma non può accogliere Antonino. La moglie: «Costretti a lasciare la Calabria per curarlo»

VIDEO | Antonella Mignolo denuncia l’Asp di Vibo: «Una Rsa a due passi da casa ma senza convenzione, mio marito è abbandonato a 150 chilometri da casa»

di Cristina Iannuzzi

Antonella Mignolo racconta l’odissea del marito iniziata il 31 dicembre scorso a Zurigo in Svizzera. Una banale caduta durante una passeggiata stravolge l’esistenza dell’uomo che batte la testa riportando un’emorragia cerebrale. Prima il ricovero in Svizzera, poi il trasferimento al San Raffaele di Milano, quindi al centro di riabilitazione Sant’Anna di Crotone.

Ma le condizioni di Antonino Russo, 72enne di Mileto restano gravi e la struttura consiglia il trasferimento in una Rsa medicalizzata. L’unica disponibile però si trova a Montalto Uffugo, nel cosentino, a 150 chilometri di distanza. Difficile assistere l’uomo. Antonella va a trovarlo 3 volte a settimana, «anche 4 – confessa -, vado di nascosto dalle mie figlie. Mi metto in macchina e parto. Due ore all’andata e due ore al ritorno. Quando sono con lui mi stringe forte la mano. Lo penso sempre e non riesco a stare a casa tranquilla. L’altro giorno ho rischiato un incidente con un autotreno, le condizioni dell’autostrada sono quelle che sono, ma non ho altra scelta», spiega.
Eppure una soluzione ci sarebbe, il “Don Francesco Mottola” di Drapia, nel Vibonese, struttura regolarmente accreditata dalla Regione Calabria e dotata di servizi all’altezza delle necessità assistenziali più complesse. «Ma attende la convenzione dall’Asp di Vibo», dice rammaricata. «Abbiamo chiesto aiuto all’Azienda sanitaria, affinché autorizzi la struttura di Drapia, l’unica del territorio che potrebbe assistere mio marito».

Antonella guarda il video girato il giorno prima dell’incidente: Antonino è in macchina con la figlia, il genero e i nipoti, intonano i canti natalizi calabresi. Si commuove «Era allegro», sussurra. Parla al passato perché quel marito gioviale, generoso e amorevole non c’è più. Ora è in un letto di ospedale bisognoso di cure che può ricevere solo a 150 chilometri.

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