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20/11/2025 ore 13.02
Sanità

I “non so” di Schillaci e gli emendamenti del solito Lotito: l’uscita della Calabria dal commissariamento rischia di rimanere un sogno

Il ministro all'Unical ha detto di non poter dare una data certa sul ritorno alla normalità, il senatore di Forza Italia ha presentato un intervento sulla legge di Bilancio per accelerare processo. Eppure Occhiuto da marzo dice che ci siamo...

di Massimo Clausi
Vannicelli-Grillotti ©

Quando uscirà la Calabria dal commissariamento? Il presidente/commissario Roberto Occhiuto è dal marzo scorso che dice che la nostra regione è pronta ad uscire da questa gabbia in cui sta rinchiusa da quindici anni. A dargli manforte è intervenuta anche la premier, Giorgia Meloni, che in campagna elettorale a Lamezia Terme ha detto che la Calabria uscirà dal commissariamento perché lo merito alla luce dei risultati raggiunti.

Subito dopo le elezioni regionali, il Consiglio dei Ministri ha nominato nuovamente Occhiuto (che si era dimesso per evitare pericoli di ineleggibilità) commissario per la sanità. Tranquilli, ha però assicurato il forzista, nel decreto di nomina ho fatto inserire un piccolo, ma decisivo, inciso. La nomina infatti sarà vigente per la fase di transizione verso la gestione ordinaria.

Qualcosa però inizia a non tornare. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, lo scorso 17 novembre all'Unical in occasione degli Stati Generali della Sanità digitale ha detto che «adesso il MEF esaminerà la possibilità di uscita dal commissariamento e credo che questo sia un passo decisivo per avere una Calabria ancora migliore dal punto di vista sanitario». Ma quando la domanda ha virato sui tempi, ovverosia se l'uscita dal commissariamento arriverà entro la fine dell'anno, il titolare del dicastero ha nicchiato: «Mi chiedono tutti i tempi, ma il problema è tecnico: a questa domanda non so rispondere» . Già qui qualche dubbio ai calabresi è legittimamente venuto.

Schillaci: «La Calabria uscirà dal commissariamento in sanità, ma non so quando»

A rendere ancora più ingarbugliata la matassa ci si è messo anche il senatore di Forza Italia, Claudio Lotito, uno da sempre molto attento alla sanità calabrese. In questi giorni è in discussione in Senato la manovra di Bilancio e il patron della Lazio, che ha grandi interessi in sanità, ha presentato un emendamento che sembra cucito su misura per la Calabria (unica regione italiana ancora in piano di rientro). Nell'emendamento si legge che il regime di commissariamento s'intende superato «qualora le Regioni si trovano in condizioni di equilibrio di bilancio sanitario per almeno tre esercizi consecutivi e con riequilibrio erogativo dei Lea con risultati migliorativi per almeno due anni nell'ultimo triennio e la sufficienza relativa ad almeno due macro livelli» .

L'emendamento continua con altri due paragrafi che sembrano dedicati proprio alla Calabria: uno in cui si proroga dal 2027 dell'esercizio temporaneo di attività lavorativa in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie conseguite all'estero e qualcuno vi legge la parola cubani; l'altro, ancora più importante, in cui si punta «a sanare la legittimità giuridica delle Aziende ospedaliere universitarie già esistenti ed operanti sprovviste dei Dpcm previsti per il loro riconoscimento» . Una previsione che cadrebbe a fagiolo per la nascente azienda ospedaliera universitaria di Arcavacata.

Per il momento però concentriamoci sul primo emendamento che riguarda l'uscita dal commissariamento e sembra rendere più agevole il processo di fuoriuscita della nostra regione. Ovviamente gli emendamenti sono in discussione nelle commissioni competenti del Senato e, ad oggi, non sappiamo se saranno approvati o meno. Ma se c'è bisogno di una norma simile, qualche altro dubbio che l'uscita della Calabria dal piano di rientro sia così immediata è lecito porgerselo.

C'è sempre Lotito negli incroci della sanità di Calabria

Per inciso ricordiamo che Lotito non è la prima volta che dà una mano alla sanità calabrese, soprattutto sotto il profilo dei conti. Fu sempre lui a presentare un emendamento, poi respinto, che offriva uno scudo penale ai manager delle aziende sanitarie sull'approvazione dei bilanci pregressi . Fu sempre lui a presentare un altro emendamento, questa volta approvato, che permetteva ai manager delle aziende sanitarie di approvare i bilanci pur in assenza dei bilanci degli anni precedenti . Così hanno fatto, per esempio, le Asp di Cosenza e Reggio Calabria approvando i vecchi bilanci sulla base dei dati “noti”. Circostanza che ha spinto la Corte dei Conti ad avanzare qualche perplessità sull'attendibilità di quei documenti contabili.

Infine, ma è solo una coincidenza questa, proprio un gruppo di imprese riconducibili al senatore di Forza Italia ha vinto la tanta contestata gara di pulizia dell'Asp di Cosenza per un valore di 40 milioni di euro oltre Iva . Gara gestita direttamente dall'azienda senza passare da Consip e sulla quale sono state prodotte anche interrogazioni e richieste di pareri in consiglio regionale e su cui l'Anac ha acceso i riflettori come abbiamo già scritto.

Casualità, appunto. Ma la domanda resta una: davvero la Calabria sta uscendo dal commissariamento? E quando?