Malattie cardiovascolari, al sud si muore di più. Indolfi: «Il piano di rientro in Calabria ha impedito assunzioni e investimenti tecnologici»
VIDEO | Alta mortalità ed elevati indici di ricovero. Pesano stili di vita errati ma anche le differenze nell’organizzazione sanitaria. Per il presidente della federazione di cardiologia bisogna «aumentare i posti letto e creare centri di eccellenza. Nuove facoltà di medicina favoriscono l’aumento dei medici»
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Italia. Lo conferma l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che ha evidenziato come negli ultimi vent’anni la mortalità sia diminuita ma non in maniera uniforme sul territorio nazionale, anzi mantenendo forti divari tra nord e sud. Nel Mezzogiorno d’Italia si muore di più.
Stili di vita errati
«Le cause sono molteplici» spiega Ciro Indolfi, presidente della federazione italiana di cardiologia e docente straordinario all’Unical. Commentando i dati diffusi dall’Istituto sottolinea come «queste cause includono diversi fattori come l’aumento della prevalenza dei fattori di rischio: sedentarietà, ipertensione, fumo, obesità, diabete, ipercolesterolomia. Tutti elementi che di per sé aumentano la probabilità di avere un ictus o un infarto e che sono più prevalenti al sud».
Modelli assistenziali e risorse
Tuttavia, accanto a stili di vita errati, vi sono ulteriori cause indicate dallo stesso presidente dell’Iss, Rocco Bellantone, nella «disomogeneità dei modelli assistenziali e delle risorse organizzative presenti nel territorio». Considerazione condivisa anche da Indolfi che sottolinea come «esistono però altri elementi storici, organizzativi e strutturali. Ad esempio, la Calabria è in piano di rientro dal 2009».
Il piano di rientro
«Ciò significa – ha aggiunto – vietare l’assunzione di personale sanitario, vietare l’autorizzazione di nuovi ospedali, di nuovi reparti, di aggiornamento tecnologico, impedire investimenti strutturali che non sono previsti nel piano. Insomma, non è stato possibile decidere in maniera autonomo il budget sanitario annuale».
Mortalità e ricoveri
Secondo il report, il sud Italia presenta un indice di mortalità più elevato e in particolare la Calabria è tra le regioni in cui si registra un alto numero di ricoveri per malattie cardiovascolari. «La società di cardiologia ha chiesto alla federazione italiana di cardiologia di preparare un piano strategico nazionale di salute cardiovascolare per eliminare queste diseguaglianze geografiche ed effettuare degli screening soprattutto al sud» ha dichiarato Indolfi.
L’emigrazione sanitaria
L’Iss ha, inoltre, analizzato la mobilità regionale sulla base di due interventi cardiovascolari: il bypass aortocoronarico e gli interventi sulla valvole cardiache. La Calabria è tra le regioni in cui la migrazione sanitaria è più elevata. «Un problema storico delle regioni del sud» ha osservato Indolfi che indica alcune soluzioni.
Soluzioni in Calabria
«Innanzitutto colmando la mancanza di medici. L’apertura di nuove facoltà di medicina nella regione porterà ad un aumento degli specializzandi e poi degli specialisti. Bisogna poi creare dei centri di assoluta eccellenza che guadagnino la fiducia del cittadino, bisogna aumentare i posti letto dei grandi ospedali dei centri hub che non riescono ad assorbire i pazienti dal pronto soccorso e non riescono, pertanto, ad effettuare procedure ad alta complessità».