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03/09/2025 ore 17.56
Sanità

L’ospedale di Cariati pronto (sulla carta) a restituire al territorio il diritto alla salute: «Ma l’attesa continua»

Il dirigente del Nursind Capalbo fa il punto alla luce del nuovo atto aziendale dell’Asp di Cosenza che conferma la riapertura come presidio di zona disagiata: «Abbiamo necessità che siano attivati i servizi più urgenti»

di Mariassunta Veneziano

«Abbiamo la necessità che siano attivati i servizi impellenti e che al più presto finiscano i lavori iniziati, a partire da quelli del Pronto soccorso che è ancora un Punto di primo intervento». L’ospedale di Cariati è ancora in un limbo e l’appello, a un mese dalle elezioni regionali, è al presidente che verrà «perché abbia a cuore la sanità pubblica». A lanciarlo è Nicodemo Capalbo, dirigente sindacale del Nursind Cosenza, una delle voci più decise in difesa del “Vittorio Cosentino”. Riaperto sì ma ancora in attesa di acquistare la piena funzionalità. L’occasione per fare il punto è l’approvazione del nuovo atto aziendale dell’Asp di Cosenza, che recepisce le indicazioni del Dipartimento Salute della Cittadella.

Servizi futuri...

La delibera è del 19 agosto scorso e, nella rete dei presidi della provincia, quello di Cariati – così come stabilito dal Dca 78/2024 – compare come ospedale di zona disagiata assieme ad Acri e San Giovanni in Fiore. Un punto fermo, dopo anni di lotte, che restituisce alla comunità – almeno sulla carta – un presidio sanitario fondamentale per un bacino d’utenza di circa 15mila residenti tra i comuni di Bocchigliero, Campana, Mandatoriccio, Pietrapaola, Scala Coeli, Terravecchia, oltre naturalmente a Cariati.

La struttura – si legge nell’atto aziendale – potrà contare su 20 posti letto di medicina generale, un reparto di day surgery multidisciplinare con 8 posti, un day hospital multidisciplinare, un day service cardiologico, un day service oncologico e un’emodialisi con 15 posti rene, che rappresentano un punto di riferimento importante per l’area del Basso Ionio cosentino.

Accanto ai reparti clinici, gli altri servizi: pronto soccorso, anestesia, radiologia, laboratorio analisi, emoteca, consultorio familiare e farmacia ospedaliera. Il presidio – riporta il documento – «verrà ad essere integrato sotto il profilo fisico e funzionale ad una struttura territoriale complessa e composita come l’ospedale territoriale» comprendendo rsa medicalizzata, casa di comunità, ospedale di comunità, unità complesse di cure primarie e postazione del 118. In questo modo Cariati si candida a diventare un polo sanitario capace di coniugare assistenza ospedaliera e servizi territoriali.

… E problemi presenti

E mentre si attende che tutto questo diventi realtà il (ri)nascituro “Vittorio Cosentino” continua a fare i conti con i problemi dovuti alla carenza di personale. A giugno scorso lo stesso Nursind aveva proclamato lo stato d’agitazione per accendere un faro sulle difficoltà quotidiane dei lavoratori del presidio e qualcosa, da allora, si starebbe muovendo. Ma meno di un meno di mese fa un ulteriore tassello è venuto a mancare nel laboratorio analisi per il trasferimento di una biologa al presidio di San Giovanni in Fiore. «Così – denuncia Capalbo – il pomeriggio il servizio rimane scoperto».

Carenza di personale e lavori a passo di lumaca, all’ospedale di Cariati è stato di agitazione

La questione dell’elisoccorso

I nodi da sciogliere, insomma, non mancano. Tra gli altri quello dell’elisoccorso notturno, su cui la discussione è aperta ormai da tempo ma senza – al momento – novità di rilievo. «Sappiamo quanto questo servizio aumenti le possibilità di salvare vite umane, perché in condizioni di emergenza ridurre i tempi di intervento è fondamentale. Il nostro territorio però è ancora tagliato fuori», sottolinea Capalbo.

Cariati, nebbia fitta sull’elisoccorso. Spunta una base (temporanea) e il Nursind tuona: «Troppo distante dall’ospedale»

Mentre a Corigliano Rossano, così come previsto dalla delibera dell’Asp di Cosenza n. 317 del 7 febbraio 2024, sono finalmente partiti i voli notturni, a Cariati invece è ancora nebbia sull’ubicazione dell’elisuperficie. Tra soluzioni “temporanee” (ma senza data di scadenza), come quella del campo sportivo in località Varco, e soluzioni al vaglio in aree più prossime all’ospedale delle quali però nulla si sa, la questione rimane irrisolta. «E non capiamo perché l’amministrazione comunale e l’Azienda sanitaria provinciale non siano a tutt’oggi riuscite a trovare un luogo adatto», insiste il dirigente del Nursind ribadendo quanto già dichiarato mesi fa: «Questo territorio ha bisogno di un’elisuperficie diurna e notturna quanto più vicina possibile all’ospedale. E ne ha bisogno al più presto».