Sanità, la Calabria prova a ripartire dai territori: nella Sibaritide arriva il piano per rafforzare i servizi locali
VIDEO | Più medici di base, punti prelievo nei comuni isolati e prevenzione oncologica itinerante: il piano regionale punta a ridurre i divari e riportare fiducia nella sanità pubblica
La medicina del territorio torna al centro dell’agenda politica in Calabria. A dichiararlo è la Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, Pasqualina Straface, che ha illustrato un piano che interesserà direttamente anche la Sibaritide. Un atto deliberativo ha permesso l’inserimento di alcuni comuni nelle aree carenti. Questo significa che oggi è presente un medico di base laddove prima non c’era. Un primo passo che si inserisce in un percorso più ampio.
L’obiettivo è costruire un modello di sanità diffusa, puntando sulle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT). Si tratta di reti di medici di medicina generale, coordinate attraverso una piattaforma digitale. Il cittadino può contattare il servizio e ricevere assistenza, attualmente disponibile in modalità H12 (12 ore al giorno), ma con un traguardo chiaro: l’attivazione dell’assistenza H24.
Un’altra novità annunciata è l’apertura di punti prelievo in zone interne, che finora hanno sofferto l’assenza di servizi essenziali. Un passo concreto verso l’accessibilità anche per i centri più piccoli e periferici.
Sanità mobile, più servizi nelle aree isolate
Il piano si inserisce nel quadro più ampio di “Equitas Salute”, approvato dalla Commissione Europea. Questo programma mira a offrire servizi sanitari proprio nelle aree lontane dagli ospedali, colmando un vuoto che ha penalizzato intere comunità. A ciò si aggiunge l’impiego di risorse per il reclutamento di personale socio-sanitario, utile a garantire un sistema più efficiente, tempestivo e vicino alla popolazione.
La prevenzione sarà un altro pilastro. La Regione intende acquistare un “motoram”, uno studio mobile dedicato agli screening oncologici. Mammografie, controlli per il colon-retto e altri esami di prevenzione saranno così accessibili anche nelle zone più difficili da raggiungere. Un’iniziativa che potrà incidere concretamente sulla diagnosi precoce e salvare vite. Il piano presentato dalla Regione si propone dunque come una risposta organica alle necessità del territorio. Un’azione che punta non solo a tamponare le carenze, ma anche a innovare e rendere la sanità più inclusiva.