Sezioni
Edizioni locali
08/05/2025 ore 22.32
Sanità

Sanità vibonese, troppi tagli e prevenzione al minimo. Il grido d’allarme dei sindaci: «Una situazione tragica»

VIDEO | Un rapporto firmato da 18 primi cittadini denuncia il collasso del sistema. Richieste misure urgenti e risorse adeguate per fermare l’emorragia di salute pubblica

di Tonino Raco

Un documento congiunto, sottoscritto da 18 sindaci del territorio, che raccoglie dati, valutazioni critiche e proposte operative per affrontare le attuali difficoltà del sistema sanitario vibonese. È il rapporto presentato questa mattina al Palazzo comunale della città capoluogo dal sindaco Enzo Romeo accompagnato da alcuni rappresentati delle amministrazioni. Tra i firmatari i sindaci di: Arena, Briatico, Brognaturo, Cessaniti, Drapia, Filogaso, Francavilla Angitola, Jonadi, Monterosso Calabro, Nardodipace, Parghelia, Polia, Ricadi, Rombiolo, San Costantino, San Nicola da Crissa e Zaccanopoli

«Non vuole soltanto essere una denuncia, anzi, non vuole proprio essere una denuncia - ha spiegato il primo cittadino di Vibo Valentia -. Anche se le problematiche della sanità sono gravissime. Le problematiche sono gravissime in tutta la Calabria, ma ciò che sta avvenendo nella provincia di Vibo è una situazione particolarissima». Una situazione, aggiunge Romeo, aggravata da tagli significativi: «In questi ultimi anni alla sanità vibonese sono stati tolti 31 milioni di euro. Ciò significa che l'efficientamento, la possibilità di creare nuovi reparti, di creare posti letto è un qualcosa che noi vediamo come una chimera».

Numeri allarmanti: tagli, posti letto e Lea negati

Il documento analizza approfonditamente anche la carenza strutturale dell’offerta sanitaria locale. In particolare, si denuncia una drastica riduzione dei posti letto per acuti e post acuti: a fronte di un target di 3,5 ogni 100 abitanti, l’attuale offerta si ferma a 1,83. Dei 159 posti letto disponibili in tutto il territorio – la cifra più bassa della regione – solo 96 risultano contrattualizzati dall’ASP, con conseguente mancata erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per altri 63 posti letto. Il rapporto mette inoltre in evidenza «l’anomala distribuzione della quota capitaria che ha comportato un crescente sottodimensionamento dell’offerta nell’ASP di Vibo».

Una condizione che si traduce in meno risorse, performance sanitarie inferiori alla media italiana ed europea, in particolare per quanto riguarda la prevenzione, e in un preoccupante aumento delle morti evitabili e della mobilità passiva. Sul piano economico, il documento attribuisce il deficit di bilancio al mancato trasferimento delle risorse previsto dal DCA 92/2024, che ha sottratto circa 32 milioni di euro al territorio vibonese. «La situazione – si legge – è dunque nel complesso ben più che deficitaria: non è un eccesso definirla come tragica».

Criticità gestionali e proposte operative

Tra le criticità più gravi evidenziate nel rapporto: lo scollamento tra l’ospedale e l’amministrazione, «tra chi lavora con il paziente e chi dovrebbe garantire, attraverso la corretta istruzione delle pratiche necessarie, la serenità e la qualità di questo lavoro», si legge nel rapporto; la carenza di programmazione, il cattivo utilizzo del personale, e le liste d’attesa troppo lunghe. Per ognuna, i sindaci avanzano proposte concrete: dal potenziamento del settore gestione, programmazione e controllo alla ricognizione reale del personale fino all’integrazione con specialisti territoriali per le prestazioni con attese più lunghe.

L'appello alla Conferenza dei sindaci

«Questo è un documento che noi presenteremo al presidente della Conferenza dei sindaci (il primo cittadino di Mileto, Salvatore Giordano ndr) sperando che la faccia propria, visto che non è tra i firmatari del documento - ha affermato senza nascondere il suo disappunto il primo cittadino di Vibo -. Spero invece che decida di sposare questo impegno e che determini ciò che in qualche modo ci è più a cuore, cioè migliorare le condizioni e le prestazioni della sanità nel Vibonese. È un documento che noi invieremo anche ai vertici dell'Asp, ai vertici della Regione Calabria, all’Azienda zero, con l’auspicio che effettivamente queste proposte pratiche possano migliorare veramente le condizioni della nostra sanità».

Necessità di immediata urgenza

A chiudere il rapporto illustrato dal sindaco Romeo alcune necessità di immediata urgenza: il potenziamento della farmacia territoriale in tutta la provincia; l'esigibilità dei DCA emanati dal Commissario ad Acta soprattutto in riferimento al numero dei posti letto per la sanità vibonese, relativa alla rete ospedaliera già esistente; l'esigenza che le strutture eroganti servizi sanitari di tipo privato e accreditato debbano essere considerate parte integrante del sistema in correlazione ai servizi offerti e, infine, la riapertura del reparto di psichiatria. «Facciamo 3-4 Tso al mese - ha spiegato Romeo - una situazione insostenibile perché spesso dobbiamo ricorrere a posti fuori regione. Per l’ultimo siamo dovuti arrivare addirittura fino a Palermo».

Una conferenza stampa quella di stamattina che arriva a pochi giorni dal tragico episodio della morte all’ospedale Jazzolino di Martina Piserà, 32enne originaria di Pizzo e del bimbo che portava in grembo. «È una vicenda sicuramente che mi addolora, che addolora tutti i vibonesi e tutti i cittadini di questa provincia. È una vicenda su cui bisogna assolutamente fare chiarezza e spero che veramente non sia da attribuire all'inefficienza della sanità e dell'ospedale di Vibo. Ospedale che, sono convinto, ospita grandissime qualifiche sia dal punto di vista medico, sia dal punto di vista paramedico».