Scalea, il calvario di un 64enne colpito da ischemia: “respinto” da quattro ospedali in Calabria, è ricoverato a Potenza
Francesco Quintieri si è sentito male domenica scorsa e, per 48 ore, è stato costretto a un tour de force tra le strutture regionali prima di finire in Basilicata. Un viaggio della speranza tra esami a pagamento e dimissioni misteriose
Per raccontarvi la prossima storia di presunta malasanità calabrese, è stato necessario studiare le carte a lungo prima di riuscire a sbrogliare i fili della vicenda e ricostruire un quadro accurato dell’accaduto. Il protagonista di oggi è Francesco Quintieri, classe 1961, residente a Scalea, dove gli amici lo chiamano affettuosamente “Magister”. Domenica scorsa ha rischiato di morire dopo essere stato colpito da un’ischemia. Oggi, Francesco sta bene ed è in fase di ripresa, ma prima di essere curato adeguatamente ha dovuto girare quattro ospedali calabresi in ventiquattro ore ed effettuare un esame a pagamento in una struttura privata, prima di approdare all’ospedale di Lagonegro e successivamente all’ospedale San Carlo di Potenza, dove si trova tutt’ora ricoverato.
Il malore e l’arrivo all’ospedale di Praia
Ma andiamo per ordine. Francesco Quintieri, paziente diabetico, arriva all’ospedale di Praia a Mare nel pomeriggio di domenica 19 ottobre 2025. Il paziente riferisce diplopia (vista doppia), ipostenia agli arti inferiori, cioè stanchezza e debolezza muscolare, e difficoltà a mantenere l’equilibrio. I medici lo sottopongono a una tac dell’encefalo, che viene telerefertata dall’ospedale di Paola. I parametri appaiono tutti nella norma, ma il medico consiglia un’altra della tac a stretto giro, a cui viene sottoposto il mattino seguente, dopo una notte trascorsa sotto osservazione. L’esito mostra un’ipodensità frontoparietale e il paziente mostra qualche difficoltà nell’eloquio. Per aveva una diagnosi più accurata, i medici hanno bisogno di una visita neurologica e, soprattutto, di un esame di risonanza magnetica. Il paziente viene trasferito in ambulanza all’ospedale di Cosenza.
Nessun posto all’ospedale di Cosenza
Una volta giunto nel nosocomio bruzio, Francesco viene visitato da un neurologo, ma non c’è posto per la risonanza magnetica e deve tornare indietro. L’ambulanza torna nell’alto Tirreno e consegna nuovamente il paziente nelle mani dei sanitari di Praia a Mare.
Il ritorno all’ospedale di Praia
Il referto dice che il nuovo ingresso all’ospedale di Praia avviene alle 15.29 di quello stesso giorno. Il paziente è vigile, ma i medici del pronto soccorso insistono: c’è bisogno di una risonanza magnetica, come ha suggerito anche il neurologo dell’ospedale di Cosenza. I famigliari firmano le dimissioni alle 16.16 e lo trasportano in auto in un centro diagnostico privato.
La risonanza magnetica a pagamento
La situazione sembra grave, ma la sanità pubblica non offre soluzioni. Invece, nella struttura privata di Belvedere Marittimo, l’esame, che è pagamento, viene eseguito nel giro di una manciata di minuti. L’esito è allarmante: ischemia subacuta in sede pontina paramediana. In altre parole, c’è un’area del cervello che non riceve sangue a sufficienza.
L’arrivo all’ospedale di Cetraro
Il paziente viene immediatamente trasportato in ambulanza all’ospedale Iannelli di Cetraro, facendo il suo ingresso nel terzo ospedale calabrese in poco più di ventiquattro ore. Sono le 19.46 del 20 ottobre. Qui, ricomincia la trafila degli accertamenti, ma a fronte di una diagnosi drammatica, le cose sembrano migliorare. I medici scrivono che le condizioni generali «sono buone, il paziente è vigile, cosciente, collaborativo e orientato, l’eloquio è fluente e non presenta, al momento, alcun deficit motorio. Permane solo una lieve ipostenia degli arti inferiori». Vengono effettuati il prelievo del sangue e un elettrocardiogramma, poi i medici somministrano una terapia a base di Pantorc e Flectadol. Alle 10.20 del mattino seguente, è martedì 21 ottobre, il paziente viene dimesso.
Il mistero delle dimissioni
A questo punto della storia, i pareri sono discordanti. Il referto dell’ospedale, riportiamo testualmente, recita: «Il paziente e la moglie, edotti sui rischi e contro parere medico, rifiutano prelievi ematochimici, rifiutano prosecuzione clinico diagnostica e osservazione in pronto soccorso per eventuale ricovero». Invece, i famigliari riferiscono che la dicitura non sarebbe appropriata. Avrebbero rifiutato il ricovero nella struttura perché sarebbero stati informati della mancanza di posti letto disponibili in reparto, circostanza che avrebbe costretto il paziente a restare su una barella nel pronto soccorso.
L’arrivo alla Tirrenia Hospital
A riprova della versione dei famigliari, ancora preoccupati per le sue condizioni di salute, c’è l’ingresso nella clinica privata Tirrenia hospital di Belvedere Marittimo, subito dopo le dimissioni dall’ospedale di Cetraro. Francesco Quintieri arriva qui alle 11.31 di martedì scorso. Al pronto soccorso lo visitano e prescrivono altri farmaci. Ma per i medici belvederesi, nel momento in cui visitano il paziente, la diagnosi è “Disturbi parestetici braccio destro e arti inferiori (paziente con pregressa/recente ischemia subacuta cerebrale)”. E alle 13.14 arrivano le dimissioni, insieme al consiglio di una nuova visita neurologica.
La fine di un incubo
A quell’ora finisce il tour degli ospedali calabresi di Francesco, ma non il suo personale calvario. Ancora in condizioni di salute precarie, poche ore dopo, quello stesso pomeriggio, viene accompagnato dai famigliari, ormai stremati, nel quinto ospedale, ma stavolta decidono di andare all’ospedale di Lagonegro, fuori regione. I medici potentini, dopo averlo visitato, intuiscono subito la gravità della situazione; allertano il 118 e ordinano l’immediato trasferimento all’ospedale San Carlo di Potenza, dove l’uomo si trova tutt’ora ricoverato per l’ischemia che lo ha colpito e dove sta ricevendo tutte le cure del caso. In un unico ospedale, con tutti i comfort, senza dover essere sballottato da una parte all’altra della Basilicata.