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27/06/2025 ore 16.39
Sanità

«Un’azienda ospedaliera unica per le zone montane», il comitato “La cura” presenta proposta di legge regionale

L’obiettivo è quello di trasformare i presìdi di Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli e Serra San Bruno in strutture pienamente operative sul modello degli ospedali di rete spoke

di Bruno Mirante

Realizzare un’azienda ospedaliera unica dei presìdi di zona montana per trasformare i nosocomi di Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli e Serra San Bruno in strutture pienamente operative sul modello degli ospedali di rete spoke. È quanto chiede alle istituzioni il comitato civico "La cura", che riunisce attivisti e operatori delle quattro comunità coinvolte. Il sodalizio si è fatto promotore di una proposta di legge regionale di iniziativa popolare per l'istituzione dell'azienda ospedaliera unica dei presìdi montani.
Alla base dell'iniziativa, hanno spiegato gli attivisti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Lamezia Terme, c'è una constatazione drammatica: nei territori interni della regione, oggi, il diritto alla salute è spesso negato o fortemente compromesso. Le strutture ospedaliere montante - hanno aggiunto - svuotate negli anni di reparti, personale e strumenti essenziali, non riescono più a garantire cure tempestive e adeguate. La loro attuale classificazione li relega infatti a semplici punti di stabilizzazione, da cui i pazienti critici vengono trasferiti altrove. In troppi casi, tuttavia, questo trasferimento non basta a salvare una vita.

La nascita del comitato dopo la morte di Serafino Congi

Il comitato "La cura", nasce nel 2025 proprio a seguito di una di queste tristi vicende. Serafino Congi, un uomo di 48 anni, è morto il 4 gennaio scorso durante il trasferimento in ambulanza da San Giovanni in Fiore a Cosenza. Una morte che ha lasciato sgomenta la sua comunità e che ha spinto la moglie, l'avvocata Caterina Perri, a chiedere pubblicamente giustizia e verità. A distanza di mesi, fanno sapere i promotori dell'incontro, l'Asp di Cosenza non ha ancora reso pubbliche le conclusioni dell'inchiesta interna avviato subito dopo il fatto.
Accanto a Caterina Perri, il comitato vede la partecipazione di persone impegnate da anni nei rispettivi territori: Silvio Tunnera, infermiere di Acri; Alessandro Sirianni, attivo nel Reventino; Tullio Laino, medico in pensione e principale estensore della proposta di legge regionale; il docente Giovanni Iaquinta; l'attivista Rocco La Rizza e il giornalista Emiliano Morrone.

Per i quattro ospedali di montagna un’utenza di 43mila persone

I quattro ospedali di area montana - si legge nella relazione illustrativa della proposta di legge - coprono un'utenza di 42.890 abitanti. Ma si prendono in considerazione i comuni vicini gravitanti nei bacini di utenze delle quattro realtà ospedaliere di area montana, il bacino totale complessivo sale a 109.650. La proposta del comitato è quella di scorporare i presìdi montani dalle Asp di appartenenza e di riconfigurarli nell'azienda ospedaliera unica degli ospedali di zona montana, che dovrà avere personalità giuridica autonoma ed autonomia imprenditoriale. Per i presìdi di zona montana la proposta è che vengano configurati dal punto di vista giuridico e funzionale al pari degli ospedali di rete spoke.