San Lucido, Dance Movement celebra i suoi dieci anni con un inno alla riconoscenza
Una serata carica di bellezza e significati profondi ha celebrato l’importante traguardo raggiunto dalla scuola di danza fondata e diretta da Simona Minervino
Una serata incantevole, carica di bellezza e significati profondi, ha celebrato il decimo anniversario di Dance Movement, la scuola di danza fondata e diretta da Simona Minervino. Sul palco del Cinema Teatro Odeon di Paola, un omaggio sentito ai valori che uniscono, nutrono e ispirano.
A dare il via allo spettacolo è stato un quadro scenico intenso: due allieve sedute sul palco, in ascolto silenzioso, mentre una figura in piedi – l’insegnante – consegna loro un tema da svolgere. Quel tema è la riconoscenza: non solo da raccontare, ma da incarnare con il corpo, con il gesto, con il cuore.
Non è solo una consegna. È un invito.
Lo spettacolo è stato anche un’occasione per mostrare il lavoro intenso e l’impegno che caratterizzano la filosofia della scuola: formare ballerini consapevoli, ma soprattutto persone sensibili.
«Questo spettacolo è anche un modo per dirvi grazie - ha dichiarato Simona Minervino a tutti coloro che fanno parte di questa grande famiglia, che ci hanno accompagnato e continuano a credere nel potere trasformativo dell’arte». Dance Movement oggi non è solo una scuola di danza, ma un luogo in cui si costruiscono relazioni, si trasmettono valori, si coltiva bellezza».
Coreografie che parlano al cuore e alla coscienza.
Tra i momenti più intensi dello spettacolo, alcuni quadri coreografici hanno lasciato il segno.
I have a dream– Un omaggio a Martin Luther King, i danzatori hanno interpretato con forza e delicatezza il sogno di uguaglianza, accompagnati da frammenti del celebre discorso e da musiche evocative.
L’omaggio alla figura della madre, simbolo di amore incondizionato, sacrificio silenzioso e guida invisibile. Un quadro che ha suscitato lacrime e sorrisi, tra emozioni condivise in tutta la sala.
In scena ha trovato spazio anche un messaggio potente e spesso dimenticato: la gratitudine per sé stessi. Una coreografia intensa ha raccontato il valore di riconoscere il proprio percorso, le proprie cadute e la forza con cui ci si rialza. La danza come abbraccio interiore, come celebrazione dell’essere.
Ogni esibizione ha rappresentato una risposta diversa a quella consegna iniziale. I più piccoli hanno danzato con stupore e sincerità, i più grandi con maturità e presenza scenica. I movimenti, carichi di significato, hanno raccontato la gratitudine come memoria, come scelta consapevole, come rivoluzione gentile. Il pubblico, emozionato, ha seguito con attenzione ogni quadro, fino a sciogliersi in una lunga ovazione finale.