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03/03/2025 ore 06.52
Spettacolo

Oscar 2025, trionfa Anora: Sean Baker nella storia con 5 statuette. Delusione Italia: Conclave fuori dai premi

La notte di Los Angeles consolida il potere del cinema indipendente. The Brutalist regala un nuovo trionfo ad Adrien Brody. Nessuna statuetta per l’Italia, nonostante le speranze riposte (anche) in Isabella Rossellini, battuta da Mikey Madison. Poca politica negli interventi

di Luca Arnaù

Un momento della cerimonia degli Oscar 2025

Hollywood ha incoronato un nuovo re del cinema indipendente: Sean Baker. Il regista ha dominato la 97ª edizione degli Oscar con Anora, il dramedy che già aveva conquistato la Palma d'Oro a Cannes 2024. Con cinque statuette – miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior montaggio e miglior attrice protagonista per Mikey Madison – Baker entra ufficialmente nella storia dell'Academy, eguagliando il record di Walt Disney per il maggior numero di premi vinti in una sola serata.

"Grazie all'Academy per aver riconosciuto il cinema indipendente. Lunga vita ai film per le sale", ha dichiarato il regista sul palco del Dolby Theatre, lanciando un appello agli esercenti: "Durante la pandemia abbiamo perso più di 1000 cinema negli Stati Uniti, dobbiamo riportare il pubblico in sala".

Il trionfo di Anora segna una svolta nella stagione dei premi: il film ha battuto concorrenti blasonati e confermato il crescente peso dell’indie cinema, che dopo anni di dominio dei blockbuster e delle piattaforme streaming si è preso la sua rivincita.

Il film racconta la storia di una giovane spogliarellista di Brooklyn che sposa il figlio di un oligarca russo, dando il via a una battaglia familiare per annullare il matrimonio. Un mix di dramma e satira sociale che ha conquistato pubblico e critica, in particolare grazie alla straordinaria interpretazione di Mikey Madison, che ha vinto l’Oscar battendo rivali più affermate.

L’attrice, venticinquenne, ha ricevuto la statuetta con emozione: "Questo ruolo mi ha cambiato la vita. Grazie a Sean Baker per aver creduto in me". A completare il dominio di Anora è arrivato anche il premio per il miglior montaggio, a conferma del ritmo serrato e ipercinetico del film, marchio di fabbrica del regista.

Dopo il trionfo di Anora, Adrien Brody ha vinto il premio come miglior attore per The Brutalist, tornando al successo 22 anni dopo Il pianista. Nel suo discorso ha ricordato "il trauma della guerra, l'oppressione e l’antisemitismo", facendo un appello per un mondo più inclusivo.

Kieran Culkin ha trionfato come miglior attore non protagonista per A Real Pain, un altro titolo indipendente che ha saputo farsi strada tra i giganti della serata. Zoe Saldana ha ottenuto la statuetta come miglior attrice non protagonista per Emilia Pèrez, unica vittoria per il musical di Jacques Audiard.

A sorpresa, Flow ha battuto Inside Out 2 come miglior film d’animazione. Il piccolo studio lettone dietro al progetto ha avuto la meglio sulla Pixar, segnando una delle più grandi sorprese della serata.

Se Anora ha dominato la serata, altri film sono usciti con le ossa rotte. Il biopic A Complete Unknown, dedicato a Bob Dylan con Timothée Chalamet nei panni del menestrello di Duluth, è tornato a casa senza premi nonostante le otto nomination.

Serata amara anche per Emilia Pèrez, che partiva con tredici candidature e si è dovuta accontentare solo della vittoria per Zoe Saldana. Il musical è arrivato agli Oscar tra le polemiche per il caso Karla Sofia Gascón, attrice transgender protagonista del film, che è stata esclusa dalla campagna promozionale a causa di vecchi tweet razzisti e discriminatori.

Ancora più amara è stata la serata per l’Italia. Nonostante le aspettative su Conclave di Edward Berger, Isabella Rossellini non è riuscita a ottenere la statuetta, battuta dalla giovane Mikey Madison. Un duro colpo per l'attrice, che aveva ricevuto ottime recensioni per il suo ruolo di suor Agnes nel thriller religioso.

Anche nella categoria miglior film internazionale, l'Italia è rimasta a bocca asciutta: il premio è andato al brasiliano Io Sono Ancora Qui di Walter Salles, che ha superato il favorito Emilia Pèrez.

Gli Oscar 2025 sono sembrati abbastanza impermeabili alla politica, con poche eccezioni. Nel ricevere il premio per The Brutalist, Adrien Brody ha parlato del trauma della guerra e dell'antisemitismo, mentre Zoe Saldana ha ribadito di essere "la figlia orgogliosa di genitori immigrati". Daryl Hannah ha invece scandito "Slava Ukraine", un appello a sostegno dell’Ucraina dopo le recenti tensioni internazionali.

Più caustico nel monologo iniziale del conduttore. Conan O'Brien ha settato fin da subito uno stile piuttosto laico: "Anche di fronte a incendi terribili e politiche divisive, questo lavoro continua", ha detto, riferendosi all'industria del cinema. Nessun riferimento esplicito alla politica, a parte una battuta più avanti nella serata: "Anora sta avendo una grande serata. Immagino che gli americani si emozionano a vedere qualcuno che finalmente affronta un russo potente".

Ma è stata la vittoria del documentario No Other Land a portare la politica sul palco con più forza. Il film, diretto da due palestinesi e due israeliani, racconta la demolizione di una comunità palestinese nel West Bank. "Abbiamo fatto questo film insieme perché le nostre voci sono più forti unite", ha detto il regista israeliano Yuval Abraham. Il documentario, però, non è nemmeno visibile negli Stati Uniti, dove nessun distributore ha voluto acquisirlo.

Nel bel mezzo di un periodo in cui gli Stati Uniti neotrumpiani fanno paura al mondo, Hollywood sembra a sua volta timorosa di esporsi troppo. Gli Oscar 2025 si chiudono tra tributi nostalgici e qualche timido segnale politico, lasciando comunque spazio a un cinema indipendente sempre più protagonista.

Il segmento In Memoriam è stato aperto da Morgan Freeman, che ha reso omaggio a Gene Hackman, scomparso pochi giorni prima degli Oscar. "Era un attore generoso, che migliorava il lavoro di tutti. Sarà ricordato per sempre", ha detto con voce rotta dall’emozione.

Una notte di cinema e di emozioni forti, che ha visto trionfare il talento indipendente e riscrivere la storia degli Academy Awards.