Reggio, al teatro Cilea sold out per Neri Marcorè: il sacro e l’umano si fondono nella Buona Novella di Fabrizio De Andrè
Lunghi applausi e intense emozioni. A destarli lo spettacolo ispirato al concept album pubblicato dal cantautore genovese nel 1970. La dimensione religiosa si intreccia con quella terrena per generare la speranza di essere migliori
Il palcoscenico del teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria si è lasciato illuminare da uno spettacolo che ha affidato all'intensa interpretazione attoriale e canora di Neri Marcorè e al talento di cinque straordinarie artiste e di un pianista, il racconto pregno di poesia di una storia antica e ancora straordinariamente contemporanea.
È la Buona Novella di Fabrizio De Andrè che, stanando i Vangeli apocrifi, esplora la figura di Gesù, di Maria e Giuseppe, e del falegname che costruisce le Croci dopo la condanna a morte. Una narrazione originale e inattesa che mette in luce tutta la profondità di figure come quella dei ladroni, Tito e Dimaco, crocefissi con Gesù, e delle loro madri ai piedi delle croci.
Lunghi applausi in un teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria da sold out, per lo spettacolo atteso, arrivato in riva allo Stretto dopo 136 repliche, che suggella un'altra stagione di successo promossa da Polis Cultura.
La narrazione al femminile che si sublima nella bellezza dell’arte, pur facendosi portavoce di una condizione di subalternità, ancora attuale in molte aree del mondo.
«Portiamo queste figure così alte dal punto di vista religioso al livello umano e terreno. Emerge così - sottolinea l'attore Neri Marcorè - anche l’arroganza del potere, i soprusi del potere stesso. La Madonna è una figura religiosa altissima ma è anche una bambina che a tre anni viene portata al tempio, viene fatta una lotteria per assegnarle un marito, tra l’altro novantenne, quando lei ha 12 anni. Il potere ancora oggi esercita la sua arroganza soprattutto sulle donne. Questo credo sia l’aspetto più attuale di tutto il resto della Buona Novella di Fabrizio De Andrè».
Il quarto album in studio (il primo concept album) del cantautore genovese, diventato uno spettacolo teatrale, riserva un lungo vuoto di trent'anni nella storia di Gesù che va dall'infanzia alla sua Crocifissione. Una cesura tracciata anche dal lato A e dal lato B nel vinile su cui fu incisa La Buona Novella nel 1970.
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