Catanzaro-Palermo, Aquilani: «Situazione delicata, ma questa partita è una grande opportunità»
Il tecnico giallorosso alla vigilia della sfida con la corazzata rosanero: «Non guardo l’aspetto negativo, voglio vedere una squadra col coltello tra i denti. Mi fido dei miei ragazzi»
Alla ricerca della prima vittoria stagionale dopo otto giornate senza sorrisi, il Catanzaro di Alberto Aquilani si prepara ad affrontare un ostacolo altissimo: il Palermo, una delle corazzate della Serie B. Sabato 25 ottobre alle 19.30, al “Ceravolo”, le Aquile proveranno a invertire una rotta che finora ha portato solo sei pareggi e due sconfitte.
Nella conferenza stampa della vigilia, l’allenatore giallorosso ha mostrato lucidità e fiducia, pur ammettendo la delicatezza del momento.
«È stata una settimana passata con amarezza e tanta delusione – ha esordito Aquilani – perché perdere all’ultimo è una botta dura, ma bisogna reagire. Mi trovo in una situazione inaspettata, fa parte del calcio e della vita: bisogna guardare avanti. Domani la prendo come una grossa opportunità, contro una squadra forte che può darci tanto anche in termini di fiducia».
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Il tecnico lascia intendere che qualcosa potrebbe muoversi nello schieramento: «Abbiamo fatto delle valutazioni, qualche cambiamento ci può stare. Stiamo cercando di capire dove intervenire, anche perché la squadra ha lavorato con serietà, ma è evidente che qualcosa non va. La fragilità di cui ha parlato il direttore è reale: emerge all’interno della gara e dobbiamo imparare a gestirla».
Sui problemi mentali, Aquilani non si nasconde: «Può essere una componente. Quando i risultati non arrivano, qualcosa che non va c’è. Ma sono convinto che domani vedrete una squadra col coltello tra i denti, come sempre».
«Il Palermo? Un grande banco di prova»
Di fronte, il Catanzaro troverà uno degli avversari più temuti del torneo: «Affrontiamo una squadra costruita per vincere – ha ammesso Aquilani – ma può essere l’avversario giusto per far scattare qualcosa dentro di noi. Loro hanno valori importanti, ma io continuo a pensare che anche noi siamo forti. Dobbiamo solo riuscire a catapultare questa convinzione in campo».
Sulla situazione in infermeria: «Verrengia sarà fuori per un po’, Bettella ha un fastidio all’anca ma sta provando a mettersi a disposizione. Pompetti invece è rientrato in città e sta seguendo il percorso di recupero con lo staff. È un’assenza pesante, ma non possiamo nasconderci dietro chi non gioca».
«Soffrire fa parte del calcio, non possiamo essere solo belli»
Il tecnico insiste sull’aspetto mentale e sull’identità della squadra: «Mi aspetto una partita di sofferenza, perché questo è un gruppo che non è abituato a difendere basso o a soffrire. Ma il calcio non è solo avere la palla e fare le cose belle. Dobbiamo mettere dentro un’altra fase, con la stessa concentrazione. In Serie B non basta essere eleganti: serve concretezza».
Sul possibile assetto tattico più offensivo, Aquilani lascia la porta aperta: «C’è la possibilità di vedere una punta in più, ma anche un centrocampista o un difensore in più. Dipende tutto dall’equilibrio, che per me è la parola più importante. Oggi le difficoltà maggiori le abbiamo nel corso della partita, e lì serve compattezza: se uno fa una cosa, l’altro deve seguirlo».
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A chi gli chiede quale giocatore toglierebbe agli avversari, l’allenatore risponde con orgoglio: «Io non toglierei nessuno al Palermo. Mi tengo i miei, mi fido di loro e li voglio portare avanti. Questa è una squadra forte, anche se oggi non lo sta dimostrando».
«Non mi nascondo: sono io il responsabile»
Sul suo stato d’animo, Aquilani non si definisce sereno, ma determinato: «Sereno è una parola grossa, ma sono ottimista. Se perdi fiducia e coraggio, non c’è più chance. Io mi prendo le mie responsabilità, in primis. Ma finché la palla rotola, c’è sempre una possibilità. Dobbiamo portarla a casa con le unghie e con i denti».
E sul tema dei “limiti” chiarisce: «Quando ho parlato di limiti, intendevo quelli nel riconoscere i momenti della partita: capire quando pressare, quando abbassarsi, quando gestire. È un limite mentale, non tecnico. Ma non è un dramma: i limiti fanno parte della vita. I miei giocatori devono solo crederci di più, perché per me sono forti».
Un messaggio finale
Prima di chiudere, Aquilani lancia un messaggio chiaro: «Ci assumiamo le responsabilità, ma non smettiamo di credere in noi stessi. Dobbiamo essere consapevoli che quello che facciamo non basta e mettere dentro qualcosa in più. Io credo in questi ragazzi e sono convinto che domani vedremo una reazione».