Cessione Cosenza, il sindaco Caruso a LaC: «Guarascio? Non gli crede più nessuno»
Le parole del primo cittadino nel corso di “11 in campo”: «Ogni dichiarazione del presidente non verrà presa in considerazione se non accompagnata da fatti concreti». Ospiti della trasmissione anche il ds della Cremonese Giacchetta e il portiere dei grigiorossi Fulignati
Con il ritorno della finale play off, che ha decretato anche la terza e ultima neopromossa al prossimo campionato di Serie A si è conclusa o quasi (manca il play out) un'altra esaltante stagione di Serie B. È la Cremonese dunque a fare festa dopo aver avuto la meglio nella doppia sfida contro lo Spezia.
Non solo play off ma anche e soprattutto calabresi dal momento che sia in casa Catanzaro e, soprattutto, in casa Cosenza c'è fermento in vista del futuro. Di questo si è parlato come sempre alla trasmissione 11 in Campo, format di LaC TV e condotta da Maurizio Insardà.
Questione Cosenza
Tra gli argomenti delicati trattati c'è quello relativo agli sviluppi sulla cessione societaria del Cosenza. Per l'occasione ospite della trasmissione c'è stato il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, con quest'ultimo che ribadisce ancora una volta la sua posizione, dopo l'incontro avuto con l'amministratore delegato del Cosenza, Rita Rachele Scalise: «C'è stato questo incontro ma l'amministratore delegato ha subito chiarito di voler parlare solo di questioni amministrative e non societarie. Non si è parlato dunque della cessione del club, bensì sull'aspetto della licenza e dell'utilizzo dello stadio Marulla. Nonostante io, come detto più volte, non condivida per nulla l'operato della società nel salvare la squadra dalla retrocessione, al tempo stesso non potevo condannare una città intera negando il campo, perché prima viene l'interesse della comunità e del comprensorio e poi tutto il resto. Un diniego in tal senso sarebbe stato solo un danno per la città e la società».
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In ogni caso il rapporto tra la piazza e Guarascio non sembra più sanabile e questo lo conferma lo stesso primo cittadino: «Abbiamo provato a ricucire il rapporto tra Guarascio e la città, io stesso ho fatto da mediatore, ma si è arrivato a un punto in cui la frattura non era più sanabile. Io penso che l'unico modo per riavvicinare i tifosi e il territorio circostante sia quello di un cambio di vertice della società. Anche se Guarascio dovesse dichiarare di voler vincere il campionato non gli crederebbe nessuno perché qualsiasi dichiarazione non supportata da atti concreti, difficilmente acquisirà credibilità».
Capitolo tifoseria: «Sicuramente è arrivato il momento della responsabilità e non più quello della contestazione. Anche in passato il Cosenza ha vissuto la Serie C e i tifosi hanno partecipato in massa, così come in Serie B. Non mi fa paura la Serie C perché se c'è un progetto ambizioso per riportare al più presto il Cosenza in Serie B, allora i tifosi apprezzeranno l'impegno».
Catanzaro, il futuro
Spazio anche per il Catanzaro dal momento che anche in casa giallorossa c'è molto fermento soprattutto per quel che riguarda lo staff tecnico e con il futuro di due nomi su tutti. Di questo ne ha parlato Nicola Binda: «Giovedì sarà il giorno decisivo poiché in programma c'è la riunione per pianificare la prossima stagione. Poi la società passerà alla conferma o meno delle figure principali come il direttore sportivo Polito e mister Caserta. Una volta fatto questo la dirigenza giallorossa farà un bilancio sia con Polito che con Caserta e ascolterà le loro richieste. Se il discorso combaciano allora si potrà andare avanti insieme, se invece ci sarà diversità di vedute si andrà verso l'interruzione del rapporto. Se qualche settimana fa pensavo a una conferma del 90% dei due, adesso mi sento di abbassare leggermente le percentuali».
Fulignati, dal Catanzaro alla Cremonese
C'è un po' di Catanzaro nella promozione della Cremonese dal momento che tra i protagonisti stagionali del club c'è stato sicuramente Andrea Fulignati. L'ex portiere giallorosso, infatti, è stato tra i perni della Cremonese ma non dimentica il suo recente passato, e lo fa capire con parole di stima: «Dedico innanzitutto la vittoria alla mia famiglia, con mio padre che era in tribuna». Proprio il padre ha avuto parole al miele nei confronti del Catanzaro subito dopo la vittoria della finalissima contro lo Spezia: «Lui - continua l'estremo difensore - in questi due anni è rimasto molto attaccato a Catanzaro così come anche io stesso. Ciò che ho vissuto a Cremona quest'anno lo devo anche al biennio vissuto in giallorosso e per questo non posso che ringraziare la società del presidente Noto».
Una stagione molto intensa e fatta di alti e bassi per la Cremonese: «Ci sono stati alcuni problemi all'inizio, anche considerando le ambizioni della piazza. A un certo punto abbiamo capito che la distanza dai primi posti era troppo grande ma ci siamo ben ricompattati anche con il ritorno di mister Stroppa. Proprio sotto questo aspetto ci siamo rimboccati le maniche e se non era possibile andare in Serie A dalla porta principale, ci siamo preparati per tentare l'ingresso dalla porta secondaria, cercando di vincere i play off e così è stato, facendo delle grosse prestazioni».
Sull'andamento: «I presupposti erano quelli di arrivare primi o secondi e questo tipo di pressione forse all'inizio potrebbe aver pesato a livello psicologico, anche perché la squadra veniva dalle scorie della finale persa l'anno prima e a livello mentale non era prevedibile quale piega poteva prendere».
Breve auto-analisi sulla stagione infine per Fulignati: «Io credo che nel complesso la mia stagione sia stata positiva. Nella fase centrale probabilmente ho risentito anche io un po' il rallentamento della squadra, ma poi la fase finale penso sia stata abbastanza tranquilla. La parata più importante? Ripenso a quella su Cassata, nel match di andata in campionato contro lo Spezia, o quella su Benali del Bari».