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15/11/2025 ore 08.06
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Ciccio Cozza, il capitano della Reggina che ha fatto sognare gli amaranto (e la Calabria) in Serie A

Da Cariati alla Serie A, Francesco Cozza ha scritto pagine indimenticabili nella storia degli amaranto. Il suo percorso è quello di un calciatore calabrese che ha incarnato l’anima di una squadra e di un’intera città

di Redazione

Te lo ricordi giocare Ciccio Cozza? Francesco, “Ciccio”, nato a Cariati nel 1974, centrocampista dal talento cristallino, cuore pulsante della Reggina negli anni della Serie A. Per la squadra amaranto non è stato solo un calciatore ma il Capitano, il punto di riferimento dei tifosi, l’uomo che con una giocata poteva cambiare il destino di una partita e l’umore di un’intera città.

Chi lo ha visto giocare ricorda subito il suo tocco elegante, il controllo di palla e le giocate che sembravano magie. E i gol? Come dimenticare quello nello spareggio salvezza contro l’Atalanta, la punizione che ammutolì il San Filippo di Messina, o il pallonetto beffardo all’Olimpico di Roma, dove Aldair e Zago sembravano impotenti davanti al suo genio? 

Ma Cozza con la maglia amaranto non era solo talento, era un leader silenzioso. Non urlava, non cercava i riflettori, ma guidava i compagni con l’esempio, con la personalità di chi sapeva assumersi la responsabilità nei momenti più difficili. Quando arrivò alla Reggina nel 1999, la squadra era in Serie B e lui portò entusiasmo, qualità e orgoglio. Fu la stagione della prima, storica promozione in Serie A. Da allora non ha mai mollato. Stagione dopo stagione, gol dopo gol, fino a diventare il simbolo di un’epoca. Con oltre 200 presenze e 50 reti in amaranto, ha scritto pagine di storia calcistica di Reggio Calabria che resteranno per sempre.

I tifosi lo ricordano anche per i gesti che raccontano chi è davvero un uomo, prima ancora che un calciatore. Come quando pagò le spese funerarie per un’anziana tifosa della Reggina. O come la celebre vicenda della “León”, l’auto dell’amico e compagno Julio Cesar León con cui sfrecciava per le strade di Reggio, collezionando (e dividendo) qualche multa salata. Episodi che oggi fanno sorridere, ma che descrivono un personaggio autentico, istintivo, profondamente umano.

La sua vita privata, segnata dal matrimonio con Manila Nazzaro, Miss Italia 1999, e dai due figli, racconta un uomo legato alla famiglia e alla sua terra. A Reggio Calabria aprì anche una scuola calcio, per trasmettere ai giovani quella passione che lo ha sempre animato.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Ciccio Cozza ha iniziato la sua carriera da allenatore, negli anni ha guidato Catanzaro, Pisa, Reggina, San Luca, Locri e altre squadre tra Serie D e Lega Pro. Oggi non siede su nessuna panchina, ma chi lo conosce sa che presto tornerà al timone. E magari, un giorno, proprio lì dove tutto è cominciato: a Reggio Calabria, nella città che lo ha reso leggenda.

Per chi lo ha visto giocare, per chi lo ha amato e tifato, Ciccio Cozza è ancora il Capitano, il genio sregolato, il simbolo di una Reggina che ha fatto sognare un’intera Calabria.

Perché sì, Ciccio Cozza è ancora nei ricordi calcistici di chi non dimentica. Se oggi tornasse in campo, invece di allenare, riuscirebbe ancora a far segnare anche l’ultimo dei principianti. Perché Francesco Cozza non è mai stato solo un calciatore, ma un mito, un pezzo di storia amaranto, un uomo che ha rappresentato con orgoglio Reggio, e la Calabria, nell’Olimpo della Serie A.