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15/11/2025 ore 14.21
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Costantino Favasuli dal campetto di Africo alla Serie B, il talento di Calabria che fa volare il Catanzaro

VIDEO | L’esterno classe 2004 delle Aquile racconta la sua storia: «La mia famiglie e i miei amici mi dicono che non sono cambiato, per me significa tanto». Le origini, il rapporto con la squadra, la leadership di Iemmello, i sogni personali e le ambizioni di un gruppo giovane che guarda in alto  

di Giampaolo Cristofaro

Costantino Favasuli è uno di quei talenti che riconosci subito: corsa, coraggio, pulizia tecnica, personalità che cresce partita dopo partita. Ma prima ancora del calciatore c’è un ragazzo tornato al Sud per ritrovare casa, identità e motivazioni. Siamo andati a trovarlo a fine allenamento e nell’intervista, l’esterno giallorosso classe 2004, si racconta con naturalezza, senza sovrastrutture, confermando quell’immagine di giovane umile che non ha mai dimenticato da dove è partito.

«Ho mostrato i miei primi passi al campetto del mio paese, sono originario di Africo», comincia Favasuli. «Mio padre aveva una scuola calcio e mi portava sempre con lui. Poi giocavo in piazza, in strada, ed è lì che è nato l’amore per il calcio». Un amore che lo ha portato via presto: «Sono partito a 14 anni per trasferirmi a Firenze, dove ho passato sei anni bellissimi. Ho conosciuto il mister Aquilani e quando ho avuto l’occasione di tornare con lui sono stato felicissimo».

La Calabria però è un richiamo costante, un pezzo di identità che non si scioglie con la distanza: «Quando avevo qualche giorno libero tornavo sempre ad Africo, dove ci sono la mia famiglia e i miei amici. La cosa più bella che mi dicono è che sono sempre uguale. Per me significa tanto, perché sono molto legato a loro e a questa terra».

Nello spogliatoio del Catanzaro, tra i riferimenti più forti c’è ovviamente Pietro Iemmello, capitano e simbolo giallorosso. «Avere uno come Pietro è importantissimo», sottolinea Favasuli. «Per me è uno dei migliori attaccanti della Serie B, forse il migliore. È un leader, ci guida e per noi è fondamentale. Ogni tanto si incavola, com’è giusto che sia, ma si comporta sempre bene con tutti».

Il gruppo giallorosso è ricco di giovani di qualità, un dettaglio che non sfugge al classe 2004: «Quest’anno abbiamo tanti ragazzi forti. Secondo me alcuni giocheranno in Serie A: Cisse, Liberali… davvero tanti. Siamo fortunati ad averli».

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Poi lo sguardo si sposta sulla stagione, iniziata tra alti e bassi ma ora più stabile: «Le prestazioni ci sono sempre state, mancavano solo i tre punti. Ora abbiamo trovato continuità, anche se a Empoli potevamo fare meglio. Dobbiamo continuare su questa strada». E l’obiettivo è chiaro: «Il sogno di tutti è andare ai play-off. Ce lo meritiamo noi, la città e i tifosi».

Infine, i sogni personali: «Giocare in Serie A è il mio sogno più grande. La nazionale sarebbe incredibile, ma prima di tutto voglio arrivare in A. Ce la metterò tutta e vediamo cosa succede».

Un ragazzo semplice, diretto, vero. Uno di quelli che ricordano perché il calcio, a volte, è ancora una storia di appartenenza.

L’intervista integrale