Sezioni
Edizioni locali
02/11/2025 ore 13.39
Sport

Felice Mazzù, il ritorno del “professore calabrese” nel calcio belga: all’OH Leuven per una nuova sfida salvezza

Il tecnico figlio di emigrati torna protagonista in Belgio, chiamato per risollevare il club di Lovanio e condurlo alla salvezza: «Amo il mare di Locri e il profumo delle olive che mi ricorda mio padre»

di Francesco Roberto Spina

C’è un filo che parte dai vicoli di Scido e Gerace, comuni reggini nel cuore della Calabria, e arriva fino ai campi di calcio della Jupiler Pro League, il massimo campionato belga. È la storia di Felice Mazzù, figlio di emigrati italiani (il padre di Scido, la madre di Gerace), uomo di calcio e di cultura, oggi nuovo allenatore dell’OH Leuven, club in difficoltà che ha deciso di affidarsi a Mazzù per tentare una difficile risalita in classifica.

La società, che naviga nelle retrovie della Serie A belga, ha scelto il tecnico di origini calabresi per tentare di dare una scossa a un ambiente smarrito e ritrovare una direzione, ma soprattutto conquistare punti salvezza. Quella del Leuven non è una scelta casuale, perchè dietro la figura del tecnico di origini calabresi c’è una carriera costruita con sacrificio, pazienza ma anche idee chiare.


Il padre di Felice, Salvatore Mazzù (nato a Scido), era partito dalla Calabria nel 1952 per lavorare nelle miniere di Charleroi, come tanti altri italiani attratti dal boom industriale del dopoguerra. «Non il giorno della tragedia di Marcinelle, per fortuna – raccontò Felice in un’intervista a Repubblica nel 2022 – altrimenti io non sarei mai nato». Lui, invece, è nato dieci anni dopo, con nel sangue la determinazione (e la testa dura) della sua terra d’origine: «All'Italia ci penso spessissimo, i miei figli hanno due nomi italiani, Nando e Luna. Come tutti gli emigrati dal Sud Italia avevo in camera un poster della Juventus e ancora adesso sono un grande tifoso bianconero – disse ancora in quella stessa intervista il “professore” del calcio belga – . Amo il mare di Locri e il profumo delle olive che mi ricorda mio padre».

Ma perchè “professore”? Mazzù non è un ex campione diventato allenatore, ma un ex insegnante di educazione fisica, laureato e appassionato di psicologia. Si è costruito dal basso, partendo dalle giovanili e dalle serie minori, con la convinzione che per vincere serva prima di tutto conoscere l’uomo prima del calciatore. «La tattica conta, ma ancora di più conta capire chi hai davanti», ha sempre ripetuto in molte interviste.

Dopo le esperienze al Tubize e al White Star, dove arrivò a eliminare tre club di Serie A in Coppa del Belgio, Mazzù esplose con il Charleroi, portandolo fino all’Europa League e conquistando nel 2017 il titolo di Allenatore belga dell’anno. Poi il passaggio al Genk, con cui vinse la Supercoppa del Belgio, e soprattutto l’avventura più luminosa: la promozione e lo straordinario secondo posto con l’Union Saint-Gilloise, capace di tornare protagonista dopo 47 anni. Un piccolo miracolo sportivo che lo riportò al centro della scena calcistica nazionale.

Negli ultimi anni, però, la sua parabola ha conosciuto momenti difficili ed esperienze brevi con Anderlecht, Charleroi e Sint-Truiden, dove non è riuscito a ritrovare la magia dei tempi migliori. Ma Felice Mazzù, oggi 58enne, non si è mai arreso. Ed ecco la nuova sfida con l’OH Leuven, club ambizioso ma che sta vivendo un momento di difficoltà di risultati, alla ricerca di un’identità e di una stabilità che mancano da troppo tempo. La dirigenza gli ha chiesto di portare serenità all’ambiente e carattere, le sue armi migliori. Per Mazzù questa potrebbe essere l’ultima grande occasione per dimostrare di poter ancora incidere nel calcio belga. Ma è anche, in un certo senso, un ritorno alle origini. La storia di un figlio di emigrati calabresi che non ha mai dimenticato le proprie radici e che, con la passione e la determinazione ereditate da suo padre, continua a lottare per i suoi sogni. Nel suo cuore, lo ha detto più volte, c’è sempre un pensiero per l’Italia: «Allenare una calabrese, magari la Reggina o il Cosenza? Chissà...». Per ora, però, il suo destino si chiama OH Leuven, e in Belgio tutti sanno che se c’è un uomo capace di trasformare una squadra smarrita in un gruppo vero, quel “professore calabrese” del calcio risponde sempre presente: Felice Mazzù.