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24/06/2025 ore 07.52
Sport

Mondiale di tiro dinamico, c’è anche il vibonese Andrea Iorfino tra gli azzurri: «Emozione fortissima, non vedo l’ora»

VIDEO | Dal 2011 guida l’associazione sportiva Never Surrender a Sant’Onofrio dove allena appassionati e professionisti, a settembre volerà in Sudafrica: «Sogno una medaglia, ma anche di mettere le mie competenze al servizio di chi ogni giorno lavora per proteggere gli altri»

di Tonino Raco

Una convocazione che sa di orgoglio e di responsabilità. Andrea Iorfino, classe 1975, è tra gli atleti scelti per rappresentare l’Italia al prossimo Mondiale di tiro dinamico sportivo che si terrà a settembre in Sudafrica. Un traguardo che corona quasi vent’anni di attività per l’atleta vibonese che nel 2011 ha fondato a Sant’Onofrio l’associazione Never Surrender - affiliata alla Federazione Italiana Tiro Dinamico Sportivo (FITDS) e al CONI - creando un poligono sportivo che oggi è un punto di riferimento per atleti e Forze dell’ordine.

«Indossare la maglia azzurra ha un valore speciale»

«L’emozione è bella forte – racconta Iorfino –, indossare la maglia della Nazionale ha un valore speciale, per me e per ogni sportivo. Sono felicissimo e non vedo l’ora di partecipare a questa gara». Per lui non è la prima volta in azzurro: già nel 2019 aveva fatto parte della squadra che ha partecipato all’Europeo in Serbia, conquistando una medaglia di bronzo e il secondo miglior punteggio all’interno della squadra. «Il risultato non te lo aspetti mai – spiega – si spera, certo, ma finché non vedi la classifica, si continua a testa bassa. Quella volta siamo riusciti a salire sul podio, nonostante la concorrenza fortissima di squadre come Serbia e Russia».

Ma cos’è il tiro dinamico? Non un semplice sport da poligono, ma una disciplina complessa e altamente tecnica, che combina rapidità, precisione e strategia in percorsi dinamici chiamati “stage”. Arrivato in Italia dagli Stati Uniti negli anni ’80, oggi viene praticato in centinaia di strutture sportive lungo tutto il Paese. Anche a Sant’Onofrio, dove Andrea, oltre ad allenarsi, mette a disposizione le sue competenze in qualità di istruttore: «All’inizio non è stato facile trovare altri appassionati - racconta - però piano piano la costanza e i risultati sportivi hanno avvicinato tanti. In questo momento nel club siamo circa 25 tiratori, non solo civili ma anche militari».

La forza di ricominciare

Il primo contatto con il tiro sportivo, per il campione vibonese, arriva in un momento difficile della sua vita: «Dopo la perdita di mio padre, che era cacciatore, mi è rimasto in eredità il suo fucile. È stato un amico poliziotto, Fabio, a suggerirmi di provare con un’arma sportiva. Giusto per divertimento. Da lì ho iniziato a frequentare il poligono e la passione è cresciuta fino a diventare lo sport della mia vita».

Ora, con il Mondiale all’orizzonte, l’allenamento è rigoroso: «Mi alleno tutti i giorni, almeno un’ora in bianco – cioè con l’arma scarica – e due o tre volte a settimana con colpi veri per circa due ore ad allenamento. Si lavora sulla manipolazione, sulla coordinazione, sull’occhio-mano. Si parte da esercizi semplici fino a comporre interi stage da 32 colpi». Sulle aspettative resta con i piedi per terra: «Spero di fare una bella gara, poi i risultati li vedremo con la classifica. Il sogno? Una medaglia! Sarebbe il giusto premio per il nostro impegno».

Ma nei piani del tiratore vibonese non c’è solo il Mondiale, c’è anche e soprattutto una particolare idea formativa: «Ho il forte desiderio di mettere a disposizione la mia esperienza per aiutare le Forze dell’ordine a migliorare il controllo e l’uso dell’arma, con consapevolezza. È qualcosa che può fare la differenza quando si tratta di tornare a casa sani e salvi. Per noi è uno sport, per loro è un lavoro pieno di rischi». Per questo ha proposto una convenzione alla Questura di Vibo Valentia: «L’ho pensata per offrire corsi gratuiti a chi vorrà iscriversi al nostro club e integrare così le proprie competenze nel tiro operativo. Essere d'aiuto è qualcosa che mi riempie di orgoglio».