Nonna, vicesindaco e campionessa mondiale di bodybuilding, nel Vibonese la storia straordinaria di Sara Suriano: «La palestra mi ha salvato»
VIDEO | Dalla nascita dei figli al «matrimonio infelice» e poi i problemi di salute prima della rinascita. Una donna speciale si racconta a LaC: «Così ho trasformato il dolore in energia»
«Ho trasformato il dolore in energia. La palestra è stata la mia salvezza. L’ho fatto per cambiare le cose, per dare un futuro ai miei due figli e per dare alle donne, a tutte le donne, maggiore consapevolezza e dignità». Racchiudono tutta la potenza di una vita ritrovata e ricominciata le parole della vibonese Sara Suriano, “vice” campionessa del mondo (il perché delle virgolette lo spiegheremo più avanti) di Bodybuilding Natural, quello che una volta si chiamava semplicemente culturismo senza sostanze dopanti. Nonna di tre nipotini a soli 51 anni, vicesindaco di San Gregorio d’Ippona ma soprattutto una delle poche atlete iridate della storia vibonese. E poco male che il body building non abbia folle di tifosi esultanti, perché a certi livelli ciò che conta è la performance misurata su scala mondiale.
Ma i veri “muscoli” di Sara, la sua vera forza deriva non tanto dall’allenamento inflessibile e da un regime alimentare seguito con rigorosità scientifica, ma dalla sua storia di vita. Una storia fatta di un matrimonio quando era appena maggiorenne, di un amore che si è rivelato tossico, di dolore e sacrificio. Una storia forse simile a quella di tante altre donne ma così diversa nell’epilogo, che per lei coincide con il tetto del mondo nella sua disciplina sportiva.
«17 anni fa ho messo piede in questa palestra - racconta -. Due ernie del disco non operabili mi costringevano spesso a letto per mesi. Dolori lancinanti mi impedivano di fare qualsiasi movimento. L’unico rimedio era la riabilitazione. Ecco perché mi sono iscritta». È stato l’inizio di un percorso che ancora continua.
«I primi tre anni sono stati di riabilitazione. Mentre mi allenavo osservavo gli altri che facevano pesi e dentro di me cresceva la passione per questo sport. Era un periodo difficilissimo. Ricordo ancora quando mi chiudevo negli spogliatoi e piangevo. Vivevo di rimpianti, perché quando ero giovane praticavo qualsiasi tipo di sport, dal calcio al lancio del peso fino alla corsa. Poi a 18 anni ho abbandonato tutto, mi sono sposata e sono diventata mamma di due figli che oggi mi hanno reso nonna di tre splendidi nipoti: Anna, Domenico e Gioia, l’ultima arrivata». Sara non trattiene la commozione ripercorrendo quello che è stato e pensando a ciò che la vita le riserva ora.
«Il mio è stato un matrimonio infelice – continua - ma da quell’unione sono nati i miei figli che oggi sono la mia ragione di vita. A tutte quelle donne che vivono un amore tossico dico di scappare. E se non avete la forza, chiedete aiuto. Come ho fatto io. La vita è una e non possiamo sprecarla. Me lo ripetevo sempre quando ho deciso di chiudere con il passato e ricominciare daccapo. Ricordo ancora le parole di mia figlia: “Mamma guardati intorno, rifatti una vita. Tu sei già stata all’inferno e adesso devi pensare a rinascere e a stare bene”. Quelle parole provocarono in me un terremoto emotivo». Continua a leggere su IlVibonese.it