Serie D, verso Vibonese-Reggina. Porcino suona la carica amaranto:«Andiamo lì per vincere»
Intervenuto in esclusiva ai microfoni di LaC News24, l’esterno difensivo ha evidenziato le difficoltà di questo inizio stagione confermando, però, l’obiettivo finale: «Dobbiamo andare il Serie C». Sullo sfondo il derby in casa rossoblù: «Consapevoli della forza della nostra squadra»
di Paolo Mazza
Antonio Porcino è uno dei giocatori più esperti della Reggina: originario di Reggio Calabria, è tornato in terra natìa dopo cinque anni di assenza. Vanta un lungo trascorso in Lega Pro, categoria nella quale ha militato per larga parte della sua carriera. Catania, Reggio Emilia e Catanzaro sono solo alcune delle sue ex squadre. Per lui anche qualche presenza in Serie B, agli inizi con la Reggina e poi con un’altra maglia amaranto: quella del Livorno. Con noi ha affrontato diverse questioni: la delusione dei tifosi, la pressione che mette addosso la maglia di una squadra storica come la Reggina e il prossimo big match contro la Vibonese – fondamentale per capire se questa Reggina ha davvero le carte in regola per restare in altissima quota.
Serie D, è la settimana del derby Vibonese-Reggina. Al Luigi Razza in gioco c'è la vettaNon si può dire che la stagione della Reggina sia stata fin qui fallimentare – 21 punti in 11 partite e primo posto lontano due punti, anche se la Vibonese ha una partita da recuperare. Eppure i tifosi non sono felicissimi delle prestazioni, ritenute a volte insufficienti rispetto al valore della squadra e allo status di molti giocatori. Secondo te, che sei uno dei più esperti, qual è lo step da fare per conquistare il cuore della vostra tifoseria? Dove potete e dovete migliorare? «Capiamo l’insoddisfazione della gente perché ci si aspettava un anno da primo posto immediato, da dominio totale. Le annate, però, sono così e il calcio non si può prevedere. Tutto sommato siamo a due punti dal primo posto e questo è un segnale chiaro che la squadra è molto forte: se non ci stiamo esprimendo al massimo ma siamo comunque lì, vuol dire che le qualità sono importanti. Abbiamo tanta esperienza per capire come gestire questi momenti e penso che alla lunga verremo fuori: l’obiettivo non è dominare il campionato ma andare in Serie C».
Che aria tira all’interno dello spogliatoio? C’è unione tra grandi e piccoli? «All’interno dello spogliatoio siamo tutti uniti per lo stesso obiettivo. C’è consapevolezza dei propri mezzi e sapevamo che, se avessimo perso o pareggiato una partita, sarebbe stata una catastrofe. Chi ha esperienza lo sa e cerca di aiutare chi ne ha di meno, anche se i giovani ci stanno dando una grande mano. Bisogna capire che siamo tutti sulla stessa barca, ma noi siamo più che uniti».
Tu sei tornato a Reggio Calabria dopo cinque anni lo scorso novembre. Cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale? La Reggina tornerà ai fasti di un tempo? «Rispetto a quando sono partito, è cambiato che la squadra era in C e lottava per andare in Serie B. C’era sicuramente più organizzazione e si erano costruite delle basi importanti. Ora siamo ripartiti da zero ma la società è solida e sta dimostrando impegno sotto tanti punti di vista. Faremo di tutto per riportare la Reggina dove merita».
Reggina, verso la separazione con Pergolizzi: in panchina potrebbe tornare TrociniArriviamo alla partita di domenica, che poi è un big match e partita forse spartiacque per la stagione delle due squadre. Voi avete già perso contro Siracusa e Scafatese, perdere anche contro la Vibonese sarebbe una grande delusione e potrebbe alimentare ulteriori malumori. Come si prepara una partita del genere? «Andiamo ad affrontare la capolista, una squadra che gioca benissimo e senza pressioni. Noi siamo consapevoli di ciò che siamo e affronteremo la partita con umiltà. La Vibonese è forse la squadra più in forma di queste ultime partite, ma noi andiamo lì per vincere perché siamo la Reggina e siamo consapevoli della forza della nostra squadra».
Un nome di un compagno over e di uno under su cui punti tantissimo per il prosieguo della stagione? «Il primo nome è sicuramente Nino Barillà, nostro capitano e punto di riferimento all’interno dello spogliatoio. Per quanto riguarda gli under, dico Forciniti – che mi ha sorpreso molto anche se avevo già intuito le sue qualità, peccato per la squalifica ma sono normali errori di gioventù e lui è molto dispiaciuto – e poi Marcel Perri, che è forse il giocatore tecnicamente più forte della rosa ma deve fare quello step in più a livello mentale. Se lo fa, diventerà giocatore vero».