Sonny Barbuto e i settori giovanili in Calabria: «Siamo ancora molto indietro, bisogna investire»
Il tecnico e il suo concetto di valorizzazione: «Abbiamo la brutta abitudine di considerare giovani i ventenni, quando dovrebbero solo essere lanciati»
Quasi un anno e mezzo fa nasceva Football Players, una Rappresentativa ideata da Sonny Barbuto che annovera a oggi più di novanta ragazzi di tutto il sud-Italia ai quali viene data la possibilità ogni 2-3 mesi di misurarsi, o mettersi in mostra, tramite tornei, provini o amichevoli di lusso, con squadre professionistiche. Dopo i test-match contro Lazio, Juve Stabia, Catania, Cosenza, Catanzaro, Reggina e Bari, il team ha affrontato anche le formazioni nazionali del Frosinone a Fiuggi nel ponte del 25 aprile. I ragazzi selezionati dal mister catanzarese hanno ben figurato, confermando la qualità del calcio giovanile calabrese.
Investire sul movimento giovanile
Proprio sotto questo aspetto si sta impegnando lo stesso Barbuto, ovvero nella valorizzazione del settore giovanile regionale. Proprio il tecnico catanzarese, ai microfoni di LaC News24, ha dato una sua analisi sull'attuale livello del settore giovanile regionale: «Dal mio punto di vista, sia a livello nazionale e soprattutto nella nostra regione, il calcio giovanile è molto indietro rispetto ad altre nazioni ad altri paesi, soprattutto perché ci si basa troppo sui concetti tattici, tralasciando altri fondamentali che dovrebbero essere riportati in auge come la tecnica di base, la fantasia dei calciatori in erba e l'uno contro uno; bisognerebbe ritornare ai fasti di un tempo quando i difensori sapevano marcare, cosa che oggi hanno totalmente dimenticato, e i portieri sapevano parare». Insomma, sicuramente c'è tanto lavoro da fare per poter rilanciare il settore giovanile calabrese: «Bisogna certamente investire molto, ma molto di più di quanto si investe oggi e far sì che la scelta dei tecnici e dei giocatori, sia per le squadre sia per le varie rappresentative, sia in favore della meritocrazia e non a favore di altri parametri che purtroppo spesso penalizzano i risultati di campo e le nuove leve che devono e possono approdare nelle rispettive prime squadre».
Gap da colmare
Sotto questo aspetto, lo stesso Sonny Barbuto sta cercando di metterci del suo, contribuendo alla crescita sportiva (e non solo) della nostra Regione. Come accennato, da circa un anno e mezzo ha dato vita alla Football Players, ecco in cosa consiste: «È una rappresentativa, non ufficiale, di tutti i ragazzi del sud-Italia (da Roma in giù) con i quali ho stretto tante collaborazioni e bellissimi rapporti. Nel giro di un anno e mezzo, attraverso la Football Players siamo riusciti a portare nel calcio professionista o semi professionista ben sei elementi, dando la possibilità ai circa novanta affiliati di questo movimento di potersi mettere in mostra con le squadre professioniste e semi professioniste attraverso amichevoli di lusso, provini e tornei».
Proprio il fatto di essersi misurato con realtà di pari età, professionistiche o semi professionistiche, Sonny Barbuto può dare una parziale analisi della differenza (o gap) che intercorre tra il livello dei loro settori giovanili e quello calabrese: «Sicuramente le compagini nazionali che abbiamo affrontato in tutti questi mesi, dal Bari al Frosinone e passando per Lazio, Catanzaro, Reggina, Cosenza, Catania e Juve Stabia, hanno un passo diverso e un atletismo superiore al nostro, ma posso assicurare che molti dei ragazzi che abbiamo portato alla loro visione hanno suscitato l'interesse e il seguito delle stesse professioniste».
Come lanciare un giovane prospetto
Sicuramente uno dei primi passi per la crescita di un giovane prospetto è quello di inserirlo senza paura in prima squadra, anche nei campionati dilettantistici. Ecco, a tal proposito, il pensiero di mister Sonny Barbuto: «Per far emergere un giovane, bisogna prepararlo tecnicamente e fisicamente in ottica di prima squadra e naturalmente dar loro la possibilità di giocare al di là della loro giovane età, perché un calciatore forte che merita deve giocare. Abbiamo la brutta abitudine a doverlo ancora chiamare giovane a quasi vent'anni, mentre invece bisogna dargli la possibilità di mettersi in mostra e di far valere le proprie doti tecniche, soprattutto quando si parla di semplici campionati dilettantistici o di semplici campionati di Primavera Tre. Sicuramente poi per il calcio professionistico (Primavera Uno e Primavera Due) e per le prime squadre di Serie A di Serie B, il tasso qualitativo tecnico e fisico deve essere oltre modo imponente».