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23/08/2025 ore 08.18
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Tennis, Sinner: «È stato un virus, tra due giorni sarò al 100%»

Il numero uno al mondo durante il media day a New York allontana i dubbi sulle sue condizioni fisiche. Sulla classifica: «La posizione in cui sono oggi era ben oltre i miei sogni»

di Redazione Sport
Jannik Sinner durante il media day agli Us Open (Foto Ansa)

«A Cincinnati ho avuto un virus che hanno avuto anche altri giocatori. Mi sono ripreso quasi del tutto, non ancora al 100%, ma puntiamo ad arrivarci in un paio di giorni. Quindi dovrebbe andare tutto bene per il torneo»: nel media day da Flushing Meadows, Jannik Sinner spiega l'origine del malessere che lo ha costretto al ritiro nella finale del Masters 1000 lunedì sera contro Alcaraz. D'altra parte l'uomo da battere agli US Open 2025 è lui, vincitore dell'edizione 2024 e quest'anno capace di trionfare agli Australian Open e a Wimbledon. Il numero uno del ranking mondiale inizierà il suo cammino a Flushing Meadows affrontando al primo turno il ceco n. 89 del ranking mondiale Vit Kopriva tra lunedì e martedì.

«Sono molto felice di essere tornato qui - dice in conferenza stampa - È un grande torneo. È ovviamente l'ultimo Slam che abbiamo in questa stagione, quindi le motivazioni sono molto alte. Fisicamente mi sento bene. Qui conta molto se giochi di giorno o di notte. Ci sono tanti piccoli dettagli che rendono questo Slam diverso. È un torneo molto difficile da giocare». Sinnner parla poi della rivalità con Alcaraz. «Siamo due giocatori diversi. Lui è ovviamente molto veloce in campo. Con altri giocatori il punto a volte potrebbe finire, ma lui arriva su certe palle e quindi legge il gioco in modo diverso - dice - Ora ci conosciamo meglio. È un gioco molto tattico. Abbiamo stili diversi, di gioco ma anche come siamo dentro e fuori dal campo. Siamo semplicemente diversi. Allo stesso tempo però è bellissimo da vedere, perché rende tutto molto interessante. L'unica cosa che abbiamo in comune è che ci alleniamo duramente. Facciamo scelte in funzione del tennis. In questo momento è la nostra priorità, come deve essere, perché sono i piccoli dettagli che fanno la differenza».

«Ai miei genitori dissi - ero giovane quando sono andato via di casa - che se a 23 o 24 anni non fossi stato nei primi 200 avrei smesso, perché non potevamo permettercelo con i soldi che avevamo - rivela in conferenza stampa - Viaggiare per i tornei costa tanto. Se hai un coach, ancora di più. Sono stato molto fortunato perché già a 18 anni ho iniziato a guadagnare, e lì mi sono sentito più sicuro. Quando sei giovane, dici solo un sogno. Non ci credi nemmeno davvero. A volte dicevo: voglio diventare numero 1 del mondo, o vincere uno Slam. Ma erano solo sogni. La posizione in cui sono oggi era ben oltre i miei sogni. Adesso è diverso. Ora capisco il mio potenziale. Capisco che se gioco bene posso vincere tornei. La prospettiva è diversa. Ma se mi chiedi da giovane, il mio sogno era solo entrare nei primi 100. Sarebbe stata la mia felicità. Tutto quello che è arrivato dopo è un grande extra». Sinner è tornato sull'edizione scorsa dello US Open, disputata a pochi giorni dalla rivelazione del caso clostebol: «Adesso mi sento diverso, certo. L'anno scorso era una situazione molto più stressante, anche perché arrivata proprio prima di uno Slam - spiega - È stato difficile gestire tutto. Anche per me che sono ancora giovane». Sul ritorno di Umberto Ferrara nel suo staff: «Abbiamo già detto tutto nel comunicato - spiega -. Non voglio aggiungere altro. Per me è finita. Ci concentriamo di nuovo sul duro lavoro e sul migliorare come atleta. Questo è ciò che conta adesso».