Porto di Schiavonea paralizzato: barche ferme per la chiusura della colonnina di gasolio. I pescatori: «Danni a tutta la filiera»
Il vicepresidente dell’associazione Marina di Schiavonea, Leonardo Gentile: «Siamo senza rifornimento, fermi da giorni. Rischiamo di restare senza lavoro». Il senatore Rapani dal Prefetto
Il porto di Schiavonea è fermo. Da giorni l’unica colonnina di gasolio presente nell’area portuale è fuori servizio. Senza carburante, la marineria locale — la più numerosa della Calabria — è costretta a sospendere le attività. La denuncia arriva da Leonardo Gentile, vicepresidente dell’Associazione Marina di Schiavonea, che parla di una situazione insostenibile. Con loro anche il comitato Porto di Schiavonea.
«Hanno chiuso la colonnina e ci hanno messo in difficoltà: tutta la marineria è bloccata per il rifornimento di gasolio» afferma Gentile. «Siamo costretti ad andare fuori comune, ma non troviamo le quantità di carburante di cui abbiamo bisogno. Già tre o quattro barche sono ferme, domani si fermeranno anche le altre». La colonnina è stata chiusa giovedì scorso. Da quel momento, ogni giorno che passa aumenta il rischio di blocco totale. Il rifornimento tramite autobotte è tecnicamente possibile, ma ostacolato dalla burocrazia.
Coinvolte numerose famiglie
«Ci vogliono documenti che non si ottengono da un giorno all’altro» prosegue Gentile, «e la Capitaneria non ci agevola se non è tutto in regola». Il problema non tocca solo i pescatori. Dietro ogni barca ci sono famiglie, operatori del commercio ittico, venditori ambulanti, pescherie, ristoratori. «Senza pesca non entra nulla in casa, il danno non è solo nostro ma coinvolge tutta la filiera» continua il vicepresidente. «Il pesce non arriva sul mercato e salta tutto l’indotto». Inoltre, rifornirsi altrove comporta costi maggiori. «Il gasolio lo pagavamo a una cifra accettabile, adesso portarlo da fuori comporta aumenti non sostenibili». A Schiavonea operano 38 barche, con almeno tre persone di equipaggio ciascuna. Solo i marittimi sono circa 300, senza contare l’indotto. «Se il blocco continua», avverte Gentile, «non si arriva a nulla di buono. La tensione cresce e rischiamo di entrare in agitazione seria. Qualcuno deve assumersi la responsabilità di trovare una soluzione». Il problema riguarda anche i natanti delle forze dell’ordine presenti all’interno dell’area portuale.
L’intervento del senatore Rapani
Al blocco delle attività portuali di Schiavonea si è aggiunta la voce del senatore Ernesto Rapani, che ha interessato la Prefettura di Cosenza. Dopo aver contattato direttamente la prefetta Rosa Maria Padovano, Rapani ha espresso preoccupazione per le gravi ripercussioni sul comparto marittimo locale, con 38 imbarcazioni ferme e circa 300 lavoratori impossibilitati a operare. Il parlamentare ha ribadito l’urgenza di una soluzione rapida e concreta, invitando le istituzioni a evitare ulteriori ritardi. «Ringrazio il prefetto per la disponibilità dimostrata e per l’immediato intervento a sostegno della marineria» ha dichiarato, sottolineando il rischio di tensioni sociali e il peso economico del blocco sull’intera filiera del pescato. L’obiettivo dell’intervento parlamentare è garantire la sopravvivenza economica del comparto e ripristinare la normalità operativa nel porto.